I “favori” degli agenti penitenziari ai detenuti rinchiusi dentro il carcere di Gazzi non ci furono. Il resto, ovvero le estorsioni e il traffico di droga a S. Lucia sopra Contesse all’ombra del clan Spartà, invece sì. Dice questo, sostanzialmente, la sentenza d’appello di ieri pomeriggio per l’operazione Alexander, su una fetta di affari del clan di S. Lucia che vedeva tra l’altro coinvolti in origine gli agenti, indagati per il presunto passaggio di “pizzini” tra detenuti e familiari durante i colloqui. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Messina.