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Corruzione giudiziaria e rimborsi illeciti ai partiti, a Messina chiusa l'indagine su Verdini e Mineo

La seconda tranche dell'inchiesta sul "sistema Siracusa" gestita dalla Procura di Messina adesso è chiusa. L'ufficio retto da Maurizio De Lucia ha tirato le fila di questi mesi d'indagine, dell'attività processuale già in corso e soprattutto del lungo incidente probatorio che si è sviluppato nei mesi scorsi davanti al gup Militello per cristallizzare le clamorose dichiarazioni accusatorie dell'avvocato Piero Amara, il "regista" del "sistema Siracusa", e del suo socio di studio Giuseppe Calafiore.

Sono proprio loro i nomi più importanti tra quelli che compaiono nell'atto di chiusura delle indagini preliminari. I due collaborando da mesi con la giustizia hanno contribuito a scoperchiare un sistema di corruzione giudiziaria messo in piedi in tutto il Paese. Ma c'è dell'altro. Perché nell'atto che formalmente chiude le indagini della Procura di Messina, tra gli altri compaiono i nomi di due indagati eccellenti, ovvero l'ex giudice amministrativo siciliano Giuseppe Mineo, e l'ex senatore di Ala Denis Verdini.

Entrambi stando alle dichiarazioni di Amara e Calafiore sarebbero entrati in contatto con il "sistema" messo in piedi dai due legali, ricevendo in cambio dei "rimborsi". Ma gli "omissis" di cui sono pieni i verbali dei due avvocati fanno pensare che ci saranno, molto presto, altre puntate. Anche perché oltre alla Procura di Messina su questa storia stanno lavorando da mesi anche i colleghi di Roma e Milano. L'arresto di ieri dell'ex carabiniere che era in servizio all'Aisi, deciso dalla Procura di Roma, costituisce una "prova".

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