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Mafia dei Nebrodi, inflitte maxi condanne. Trent'anni ad Antonio Faraci

Antonio Faraci

Condanne pesantissime sono state emesse ieri sera, dal collegio giudicante del tribunale di Patti (presidente Bruno Finocchiaro, a latere Eleonora Vona e Rita Sergi), nei confronti dei 17 imputati (22 arrestati in origine, per gli altri 5 si è proceduto in separata sede) coinvolti nell’operazione “Senza tregua”, scattata il 30 luglio 2016 e che stroncò, su indagini coordinate dalla Dda di Messina e condotte dalla polizia del Commissariato di Capo d’Orlando e del posto di fisso di Tortorici, la ricostituzione del clan dei Bontempo Scavo di Tortorici. Pene più alte, quasi tutte, quelle inflitte rispetto alla originaria richiesta della pubblica accusa.

Spicca la condanna a 30 anni di reclusione, rispetto ai 21 richiesti dai pm Vito Di Giorgio e Fabrizio Monaco, nei confronti di Antonio Foraci, di Tortorici, inteso “u calabrisi”, ritenuto il capo dell’organizzazione, ristretto al carcere duro (41 bis) dal gennaio 2017. Condannata a 14 anni e 8 mesi la moglie, Calogera Rina Costanzo (11 anni e 8 mesi la richiesta) mentre il figlio, Cristian Foraci, è stato condannato a 15 anni e 8 mesi (15 anni la richiesta). Lo stesso Cristian Foraci è stato assolto per un capo di imputazione. Questo il dettaglio della sentenza, oltre alla famiglia Foraci. Accusati di associazione mafiosa finalizzata all’estorsione e alla tentata estorsione sono stati Antonio e Cristian Foraci, anche Giovanni Montagno Bozzone, originario di Tortorici, residente a Torrenova, condannato a 12 anni (uguale richiesta dei pm) e Massimo Salvatore Rocchetta, di Tortorici 13 anni e 4 mesi (richiesta 14 anni).

Gli altri imputati sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e alla cessione di stupefacenti, altri ancora di singoli casi di detenzione e cessione di stupefacenti. Condannati (tra parentesi la richiesta dei pm): Giovanni Aspri, di Messina, 15 anni e 8 mesi (13 anni); Giuseppina Chiaia, domiciliata a Capo d’Orlando, 8 mesi e 1.100 euro di multa (8 mesi e 1.200 euro); Francesco Costanzo, di Bronte, 1 anno, 9 mesi e 1.200 euro (3 anni, 4 mesi e 6.000 euro).

Gli altri dettagli sono pubblicati sulla Gazzetta del Sud in edicola oggi, edizione di Messina.

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