Quattro condanne e cinque assoluzioni. Rispetto alle sette condanne che aveva richiesto l’accusa, il sostituto Pg Enza Napoli. E un ribaltamento clamoroso. Dopo dodici anni di dibattimento tra primo e secondo grado. Ecco la conclusione del processo d’appello “Grano maturo”, ovvero il vasto giro d’usura in città scoperto nel 2006 dalla Squadra mobile che vedeva vittime numerosi commercianti. Ieri era tardo pomeriggio quando il collegio di secondo grado presieduto dal giudice Tripodi, ha emesso la sentenza dopo oltre tre ore di camera di consiglio. Il dato, come sempre riferito a questo procedimento, è complesso per i dieci imputati coinvolti. Per Nunzio Venuti, applicando l’istituto della “continuazione” con precedenti sentenze, la pena finale è di un anno e 6 mesi di reclusione. Clamoroso il ribaltamento per Luca Siracusano, accogliendo la tesi dell’accusa: in primo grado assolto, ieri in appello è stato condannato a 6 anni e 700 euro di multa, con l’esclusione però delle aggravanti legate all’associazione mafiosa. Condanna di primo grado confermata integralmente per Salvatore Dominici e Antonino Alessi. Per Carmelo Santo Sauta, che aveva appellato, invece confermate assoluzioni e prescrizioni. I giudici d’appello hanno poi dichiarato inammissibile l’appello della Procura proposto nei confronti di Antonino Trovato, ed hanno dichiarato il “non doversi procedere” per Antonino Magnisi, nel frattempo deceduto. Nei suoi confronti hanno anche disposto la revoca della confisca, «disponendo la restituzione dei beni sequestrati nei suoi confronti agli eredi e/o aventi diritto», facendo salvi «ulteriori provvedimenti cautelari o ablativi» e un decreto emesso dagli stessi giudici in precedenza. È stata poi confermata integralmente la sentenza di primo grado per Paolo Tomasello, Antonino Trovato, Mario Selvaggio e Giuseppe Cavò. Nella difesa impegnati gli avvocati Franco Pustorino, Carlo Autru Ryolo, Salvatore Papa, Massimo Marchese, Antonello Scordo, Placido Riviera, Piero Pollicino, Salvatore Silvestro, Francesco Traclò, Tancredi Traclò, Giuseppe Carrabba, Isabella Barone e Tino Celi.