La Guardia di finanza ha smantellato un’organizzazione specializzata in raggiri nel settore immobiliare. Tre componenti sono finiti agli arresti domiciliari, in base a quanto disposto dal gip Maria Militello, su richiesta del pubblico ministero Roberta La Speme. Destinatari del provvedimento sono Giuseppe Giammillaro, 52 anni, nato e residente a Messina; Antonino Rizzotto, 62 anni, nato e residente a Messina; Giuseppe Giuliano, 52 anni, nato a Catania ma residente nella città dello Stretto. Altri due, Vittorio Lo Conti, 56 anni, (nato ad Antillo e residente a Messina) e Lorenzo Saglimbene, 37 anni, (nato in provincia di Como ma residente nella città dello Stretto) risultano indagati dalla Procura peloritana. Devono rispondere tutti di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Stando ai capi d’imputazione, avrebbero stipulato contratti preliminari di vendita relativi a unità immobiliari in corso di costruzione, i cui lavori di realizzazione non sono stati mai portati a compimento o di cui non avevano più la disponibilità, essendo stati precedentemente alienati a terzi. Così gli ignari acquirenti venivano raggirati. In particolare, «Vittorio Lo Conti e Lorenzo Saglimbene rivestivano la qualità di amministratori di diritto della “Imprelogi srl”», il primo «dal 23 aprile al 30 luglio 2010», il secondo dal dicembre 2010 sino all’attualità». Mentre Giammillaro, amministratore di fatto della stessa ditta, «individuava gli amministratori della società, curava la stipula dei contratti preliminari di vendita, riceveva materialmente gli assegni e il denaro contante». Dal canto loro, Giuseppe Giuliano e Antonino Rizzotto, «rispettivamente titolare dell’agenzia immobiliare Italcase e agente immobiliare, procacciavano i clienti ricevendo la provvigione per l’attività di intermediazione fornita». Dall’ordinanza di applicazione di misura cautelare si evince che la Imprelogi, a luglio 2010, è subentrata in un cantiere di villaggio Pace, in contrada Fortino, dove era stato eseguito, dalla Gieffe costruzioni srl, un fabbricato che si presentava al rustico e con unità immobiliari già divise. La Imprelogi ha realizzato 150mila euro di lavori, nonostante dall’esame dei conti correnti emerga che i promissari acquirenti hanno corrisposto assegni per un totale di 883.050 euro, oltre al danaro che hanno dichiarato di avere versato in contante per un ammontare di 64.930 euro. Questo, secondo l’accusa, il comune modo d’agi - re fraudolento: ingenti somme di denaro versate dagli acquirenti su uno dei conti della società venivano prelevate azzerando, in breve tempo, i conti; il denaro versato dai promissari acquirenti, come il finanziamento della banca, veniva sottratto al completamento del fabbricato e destinato a spese personali.