La storia d’un amore e le «regole infallibili» che non esistono... Due pellicole al TaoFilmFest
L’amore sull'irregolare diagramma tra passione e dimensione temporale, ne «L'invenzione di noi due», opera seconda di Corrado Ceron, al Taormina Film Fest e primo titolo italiano proiettato in serata al Teatro Antico. Adattamento dell'omonimo bestseller di Matteo Bussola (Einaudi), che ha collaborato alla sceneggiatura, il film ripercorre tra passato e presente la storia d'amore fra Milo (Lino Guanciale) e Nadia (Silvia D'Amico), sposati da 15 anni che hanno perso lo slancio d’un tempo. Uno stratagemma di Milo (fingendosi un altro, avvia con la moglie una corrispondenza segreta sempre più intensa) metterà in luce risorse inaspettate della relazione. «Il nostro obiettivo era dare una nostra versione del romanzo – ha detto Ceron in conferenza stampa – . Ulteriori sfide, quella di rendere la struttura non lineare del libro, esasperata al montaggio attraverso balzi temporali, e tradurre i pensieri dei protagonisti con primi piani e voci fuori campo». Ma anche, come ha specificato Guanciale, interprete di Milo, la possibilità di rendere credibili una serie di situazioni tipiche della vita di tutti: «Per Milo mi sono concentrato sulla dimensione del tempo che passa, grande arco narrativo del libro, e ho avuto la fortuna di poterlo costruire a due estremi del suo percorso, tenderlo tra la freschezza della gioventù e l'appannamento della maturità, per strutturare una dialettica in un essere semplice ma non troppo». Ad anticipare la proiezione del film al Teatro Antico un grande evento fra musica e cinema, «Veniamo a quel paese», con Ficarra e Picone e le musiche di Carlo Crivelli per i loro film eseguite dall'Orchestra Sinfonica del Teatro Vittorio Emanuele di Messina diretta dal Maestro Eliseo Castriagnanò. La location messinese di Tusa è invece il set di «Tre regole infallibili» di Marco Gianfreda, ultimo film prodotto dal napoletano Gaetano Di Vaio, coraggioso protagonista del cinema indipendente made in Sud, scomparso il 22 maggio scorso, che il festival ha inteso omaggiare anche col suo docu «Largo Baracche». Una storia che si snoda tra dinamiche familiari e formazione adolescenziale, ponendo una serie di quesiti sulla possibilità degli adulti di essere modelli di vita per i più giovani. Protagonista il quattordicenne Bruno (Guglielmo Acquaro) che, scoprendo essere corrisposto da Flavia (Erica Siracusa), è alla ricerca di un mentore che possa istruirlo sull'amore. Sarà l'odiato Luca (Matteo Olivetti), l'unico che sia riuscito a far innamorare sua madre Claudia (Cristiana Dell'Anna). «Questa storia fa parte d’un mio percorso sul tema del riconoscimento, affrontato anche nei miei corti – ha detto il regista – . Qui lo faccio attraverso la storia di un ragazzino alla ricerca di una guida. Ma scoprirà che gli adulti non possono esserlo perché loro stessi non sanno come fare le cose. In questo senso il titolo del film è ironico: non esistono regole, tantomeno infallibili». Nel corso della giornata la lezione di cinema della regista palermitana Costanza Quatriglio, la proiezione speciale della fiction «L'Ora - Inchiostro contro piombo» alla presenza del regista Piero Messina e dello sceneggiatore Claudio Fava.