C’è un film che ha stravolto i numeri, non certo brillanti, delle sale cinematografiche del post pandemia: è “La stranezza” di Roberto Andò, opera divertente e misteriosa, dove convivono – e non potrebbe essere diversamente, visto che c’è di mezzo Luigi Pirandello con la sua creatività – i piani della realtà e della fantasia, della tragedia e della commedia. Che il pubblico di tutta Italia ha apprezzato molto. E La 77.ma edizione dei Nastri d’Argento, realizzati ogni anno dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani, dopo il clou al MAXXI di Roma, non poteva ignorare questo dato che ha ridato linfa al cinema nostrano. Ecco allora organizzata una serata-evento, oggi al Teatro antico di Taormina, con cui si chiude sia l’edizione 2023 del Nastri che quella del Taormina Film Fest: un appuntamento nel segno del grande cinema, in cui “La stranezza”, verrà “avvolta” da… metri di Nastri, consegnati al regista Roberto Andò, allo sceneggiatore Ugo Chiti (anche in rappresentanza di Massimo Gaudioso) e, ancora, ai produttori Angelo Barbagallo (Bibi Film) e Attilio De Razza (Tramp Limited) con Paolo Del Brocco (Rai Cinema) e Giampaolo Letta (Medusa). E ai protagonisti de La stranezza: Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone, Giulia Andò. Per sottolineare l’eccellenza di un’intera squadra artistica e tecnica di altissima qualità, Nastri d’Argento vanno anche a Maria Rita Barbera (costumi), Giada Calabria (Scenografia), Esmeralda Calabria (montaggio), Maurizio Calvesi (Fotografia), Carlo Missidenti (sonoro in presa diretta), Michele Braga e Emanuele Bossi (Musica) e Chiara Agnello (casting director). Un vero tributo collettivo.
Dai Nastri d’Argento arriveranno anche due riconoscimenti al talento femminile: alla verve di Paola Minaccioni verrà assegnato il “Premio Manfredi” del decennale nel nome del grande Nino; mentre alla “performance dell’anno” di Lucrezia Guidone, popolarissima per l’esperienza di una serie di grande successo come “Mare Fuori”, andrà il “Premio Nastri d’Argento/Pinko”. Brillante interprete di commedie ma anche di alcune toccanti interpretazioni drammatiche, Paola Minaccioni – tra i protagonisti, tra l’altro, di “In Arte Nino” con la regia di Luca Manfredi – riceverà a nome della famiglia, rappresentata da Roberta Manfredi, il riconoscimento, ogni anno destinato a un talento capace di unire all’estro della commedia, toni e sfumature che toccano il cuore degli spettatori, proprio come sapeva fare Nino Manfredi. «Sono onorata e commossa di ricevere questo premio per cui ringrazio di cuore i giornalisti cinematografici«, ha commentato l’attrice. «Nino Manfredi è un modello per tutti noi, fatto di quella pasta d’attore che mischia dolce e salato, il mestiere al mistero dell’arte; che mischia i generi e i colori, mantenendo dovunque una spiazzante verità. E, sopra ogni cosa, dotato di un’umanità che lo rendeva a tutti familiare. Un artista con cui ti sembrava di aver scambiato confidenze, di avere conosciuto a scuola, in campeggio, in ufficio, al bar. Uno che raccontava la tua vita con la sua arte. Un divo umano. Questo riconoscimento significa per me essere nella sua scia. Cioè, sulla buona strada».
Ma stasera, sul palco del Teatro greco di Taormina, i riflettori si accenderanno soprattutto sul film di Roberto Andò che ha messo d’accordo tutti meritandosi quello che la giuria non ha esitato a definire, nella motivazione con cui ha reso note le sue determinazioni, «un inconsueto nastro collettivo».
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