Chiusura col botto per l'ultimo capitolo della saga cult di George Lucas e Steven Spielberg, con fuochi d'artificio dietro il megaschermo del Teatro Antico e la colonna sonora di John Williams a innescare ovazioni da stadio. Uno spettacolo nello spettacolo, per un viaggio nel tempo che ha connesso presente e passato, primo e ultimo capitolo, stagioni della vita di tutti. Protagonista assoluto, infatti, il tempo e il suo rapporto con l'uomo, con l’umana presunzione di carpirne segreti e regolarne leggi e scansioni.
“Indiana Jones e il Quadrante del destino” di James Mangold, proiettato il 25 giugno in prima nazionale al Film Fest, entusiasma già dalle prime sequenze, con il prof. Jones che combatte contro i nazisti e sopravvive ai loro agguati salvando la vita al fraterno amico Basil Shaw (Toby Jones). La ragione del contendere è il famoso Quadrante di Archimede, meccanismo che pare abbia il potere di individuare le fenditure nel tempo. L'Harrison Ford ringiovanito con l’AI cede gradualmente il passo a un canuto signore in pensione, con lo sguardo più dolce, ma fiero e sfrontato come sempre, che vive in un modesto appartamento di New York, dopo il traumatico divorzio dall’amata Marion (Karen Allen).
Il film riporta sullo schermo tutti gli elementi narrativi della saga, per una perfetta chiusura del cerchio che riguarda tanto la storia, nello sviluppo dei diversi capitoli, quanto i personaggi che, soprattutto in quest’ultimo, sono tutt’uno con i luoghi, portando in auge vecchie leggende, inquietanti premonizioni, con la genialità umana a far da padrone, e quel velato intento pedagogico sottotraccia a confermare l’umana capacità di modificare gli eventi verso il bene, contro qualsiasi forza avversa.
Il nostro archeologo, eroe comune, torna in azione nel 1969, anno del primo sbarco dell’uomo sulla Luna, dopo la visita a sorpresa della figlioccia Helena (Phoebe Waller-Bridge), figlia di Basil, alla ricerca spasmodica del raro marchingegno che il padre aveva affidato a Indy anni prima. Sulle tracce del potente strumento, sottratto in passato da Jones ai nazisti, anche l’ex fedele di Hitler Jurgen Voller (Mads Mikkelsen), intenzionato a utilizzare il Quadrante per un terribile piano che cambierebbe il corso della Storia. Il furto dell’oggetto da parte di Helena darà inizio a una nuova, rocambolesca avventura che porterà Indy, la ragazza e Teddy (Ethann Isidore), giovanissimo complice di Helena, in Sicilia, nella storica grotta dell’Orecchio di Dionisio, in una Siracusa lontana nel tempo.
Scritta dal regista e David Koepp con Jez e John-Henry Butterworth, la pellicola conferma le peculiarità che dal 1981 hanno reso Indiana Jones un’icona del cinema d’avventura, amplificandone il riferimento ai sentimenti, che qui, come nello stile di Spielberg (produttore esecutivo con Lucas), si fanno ancora più malinconici e crepuscolari, esaltati da un finale che forse indica la meta conclusiva di qualsiasi umana avventura.
“Indiana Jones e il Quadrante del destino” sarà in sala da domani distribuito da Walt Disney.
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