Si è concessa le foto sul “blue carpet” taorminese e la sera, al Teatro antico, con il regista Conor Allyn e gli attori Eduardo Noriega, Lorenzo McGovern Zaini, Isabella Benetton, Yari Gugliucci e Luca Calvani, ha brevemente raccontato il film di cui è protagonista, «In The Fire», disertando i due incontri previsti con la stampa: Amber Heard ha poca voglia di parlare dopo il mediatico processo contro l’ex marito Johnny Depp, accusato da lei di violenza domestica ma assolto dai giudici. «Un passo indietro per tutte le donne», aveva commentato da attivista del MeToo.
Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Taormina Film Fest ma davanti a pochi spettatori, quelli capaci di attendere la proiezione iniziata ben dopo la mezzanotte. Si tratta di un thriller sovrannaturale in costume prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment con Paradox Studios e Angel OakFilms, e sarà distribuito nei cinema italiani nel prossimo autunno.
Un mix di elementi – dalle tinte forti dell’horror a quelle del dramma psicologico – tenuto insieme dal copione scritto dallo stesso regista Allyn con Pascal Borno e Silvio Muraglia. La Heard nel film interpreta Grace, una psichiatra all’avanguardia coinvolta nella cura – muovendosi da New York ad una ricca fattoria colombiana – di un bambino disturbato in un’epoca in cui la psichiatria non era ancora una scienza rispettata. La richiesta di aiuto era partita dalla mamma del piccolo, preoccupata dalle sempre più insistenti accuse da parte del prete locale e dei contadini – tormentati da misteriosi eventi avversi – che il piccolo fosse il diavolo.
L’attrice sembra felice di aver partecipato a questa piccola produzione indipendente: «Un film – dice – si può scegliere per denaro, per importanza. O solo per amore, come è successo a me questa volta. Conor è sempre pieno di storie da raccontare, vicende di persone imperfette che danno colore alla vita. Sono stata fortunata di far parte di questo progetto complesso ma con partner stupefacenti, da Eduardo Noriega a Luca Calvani».
E il regista ricambia: «È un piacere lavorare con lei, un’attrice generosa, che arriva sul set determinata e preparatissima, che ha saputo creare un’atmosfera adatta ed è stata capace di relazionarsi con chiunque. Ha arricchito il mio lavoro di un’emozione in più. Il film è intriso di realismo e non abbiamo dato “ancoraggi” di alcun tipo per creare una sorta di atmosfera magica, una sospensione di certezze».
La Colombia dark di fine Ottocento del film è stata “ricostruita” in una masseria del 1500 in Puglia, a Ostuni, in una perfetta ambientazione spagnoleggiante: «Questa pellicola – spiega il produttore Andrea Iervolinodi ILBE – sintetizza bene il nostro modello: produzioni 100% italiane e di qualità, rivolte al mercato globale, che vedono la partecipazione di star hollywoodiane e l’impiego di maestranze nostrane. Senza star il film non è vendibile ma accostare a grandi nomi giovani promesse è un mix che funziona. Il piccolo Lorenzo Zaini, 12 anni, parla benissimo inglese e pensiamo di confermarlo anche in altre produzioni».
Guardare, capire, imparare: tutte azioni portate avanti sul suo primo set da Isabella Benetton, 14 anni, altra mini-attrice: «Da piccola ho iniziato a chiedere ai miei genitori di iscrivermi ai casting e sono felice dell’opportunità che mi è stata offerta con questo film. Amber è stata la prima persona che ho conosciuto arrivando sul set in Puglia ed è stata molto gentile con me, come tutti. Non è stato difficile ambientarmi».
Il film uscirà in Italia in autunno e solo allora gli spettatori decideranno se il diavolo vive tra noi o se il male è opera della mano dell’uomo.
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