
Ci aveva creduto e sperato a febbraio, quando aveva prolungato il proprio contratto con il Messina fino al 30 giugno 2027. Adesso, invece, Damiano Lia, con la retrocessione in Serie D, dall’1 luglio è uno dei tanti ex giallorossi svincolati e in attesa di una nuova squadra.
«Onestamente, all’inizio della trattativa con il nuovo gruppo, sapevamo che aveva fatto fallire la squadra belga, eravamo dubbiosi, ma si sono presentati bene, anche con premi partita, e abbiamo pensato e sperato che volessero fare davvero le cose per bene. Poi, invece, sono scomparsi. Abbiamo capito che non avremmo ricevuto gli stipendi, siamo rimasti soli, ma tra noi giocatori abbiamo deciso di portare a termine il campionato», ha raccontato il terzino classe 1997 che, come tutti, resta in attesa.
«Non abbiamo avuto più risposte e non sappiamo se prenderemo gli stipendi arretrati. So che la società ha chiesto il nulla osta per lo stadio, ma per iscriversi deve anche pagare entro il 10. Dobbiamo aspettare qualche altro giorno», ha aggiunto Lia che, a gennaio, era stato praticamente ceduto: «Ero d’accordo con il Cerignola, ma Alaimo e il direttore Roma non hanno voluto, perché mi consideravano importante per la squadra. Pentito? No, perché a Messina sono cresciuto. Con una società presente avremmo potuto disputare un altro tipo di campionato perché la squadra era stata rinforzata. Poi tante situazioni, come il campo non disponibile, l’acqua fredda e gli stipendi non pagati, non permettono di restare mentalmente tranquilli e abbiamo chiuso un’annata negativa».
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