
Parola di nuovo al campo, dove il Messina cerca punti per tenere viva la speranza salvezza. Passando dai playout. Peloritani che non arrivano nelle condizioni migliori, dovendo rinunciare a Dumbravanu squalificato (ultimo turno da scontare) ma soprattutto devono fare i conti ancora con le cattive condizioni di diversi interpreti.
Tra i pali ci sarà la certezza Krapikas, davanti a lui scelte quasi obbligate: il recuperato Gyamfi a destra (Lia ha accusato un problema al ginocchio), l’intoccabile Gelli con Marino accanto seppur reduce da uno stato influenzale che lo ha costretto a saltare alcuni allenamenti in settimana. A sinistra Haveri, con Ingrosso non arruolabile.
Centrocampo a tre con Petrucci play, ai suoi lati Crimi e Garofalo. Buchel è partito con la squadra ma non sta bene, per lui probabilmente uno spezzone di partita, dovesse servire. Alternative: Pedicillo, jolly impiegabile in più posizioni del campo, e Anzelmo che è tornato ad accumulare un po’ di minutaggio nel finale di gara contro il Catania.
In attacco il punto fermo è Luciani: Banchieri stravede per lui, in grado di assicurargli fisico, profondità e mobilità. Anche atteggiamento: perché dopo i tre gol di Cava, oggettivamente contro il Catania ha lottato su tutti i palloni. Spirito che serve in questo momento, nel quale oltre alla qualità occorre fame, determinazione e voglia di arrivare all’obiettivo. Chi accanto a lui? Con tutta probabilità due “sotto-punta”: Tordini e Vicario sembrano i favoriti. Il giovane in prestito dal Lecco è entrato bene nel derby di domenica scorsa colpendo la traversa. L’ex Triestina, con Dell’Aquila in panchina per il problema tendineo emerso nell’ultimo turno, può offrire imprevedibilità e superiorità numerica. A elementi del genere si chiede di determinare, con giocate e fantasia: serve anche questo. Imprevedibilità, andare fuori degli schemi senza pensare troppo a ciò che non va fuori dal campo. Estro.
Per 24 ore saranno messe da parte le intricate situazioni societarie, da trattare con assoluta cautela ed equilibrio perché tutto ciò che è accaduto negli ultimi mesi fa non fa dormire sonni tranquilli. Il Messina, in questo momento, è infatti nelle mani di un socio di maggioranza fantasma (Doudou Cissè scomparso, il presidente Alaimo appare solo per qualche operazione di ordinaria amministrazione) che non ha stanziato le risorse promesse e ha lasciato l’Acr in uno stato di inadempienza per contributi e ritenute non versate, ma anche per le quote concordate per l’acquisto dell’80%. Mentre il socio di minoranza Pietro Sciotto, presidente per più di sette anni, sembra essersi completamente disinteressato ai destini della società, nonostante resti responsabile al 20%.
In questo clima qualsiasi trattativa come quella con gli “americani”, altri interessamenti o potenziali scappatoie, vanno studiate e “blindate” con cura per non incorrere in ennesime illusioni o spiacevoli sorprese.

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