Difficile capire cosa ne sarà del Messina, che in campo lotta per sanare una situazione di classifica che rischia di complicarsi nelle prossime settimane tra radiazioni (di Taranto e Turris) e penalizzazioni, mentre fuori è ancorata alla querelle sulla proprietà. Una condizione complessiva davvero complicata, rispetto alla quale però, piuttosto che deprimersi o piangersi addosso, la piazza sta rispondendo con grande orgoglio e maturità. In qualche modo, rispondendo anche alla fama di essere piuttosto dormiente e piatta di fronte a ingiustizie o eventi sfavorevoli. Priorità penalizzazione. Squadra motivata più che mai: venerdì il gruppo ha pranzato assieme, condividendo poi su alcuni profili social privati un “uniti”, indicativo più che mai. In scia i tifosi organizzati che hanno deciso di continuare a sostenere il gruppo allenato da Banchieri in questo momento delicato, così anche la maggioranza del tifo “normale” sta mostrando vicinanza e rispetto per i calciatori e lo staff. Dopo l’appello lanciato martedì, anche addetti ai lavori e politica si sono messi in moto, attivandosi per potere intanto adempiere al prioritario versamento dei contributi non pagati lo scorso lunedì. Evitando così che venga comminata una penalizzazione severa, magari limitandola a 2-3 punti. Sarebbe importante, darebbe al contempo ulteriore fiducia alla squadra e speranza di arrivare almeno a giocarsi i playout. Adesioni e spiragli. In questa direzione, il “passaparola” avviato dal sindaco Federico Basile, dall’assessore Massimo Finocchiaro e da alcuni consiglieri, ha già sortito i primi effetti. Hanno infatti aderito, “donando” una quota alla causa, l’Akademia Sant’Anna e il Messina Volley. Ma anche alcuni imprenditori, tra i quali Fabrizio Mannino, piemontese di origini siciliane già in passato vicino all’acquisizione del club e che ha versato diecimila euro. Inoltre, lo stesso ha già comunicato ai rappresentanti della tifoseria e all’Amministrazione di essere ancora interessato a rilevare il club, ma solo nel momento in cui Pietro Sciotto dovesse esercitare il diritto di recesso dall’atto notarile sottoscritto a inizio anno con AAD Invest, ad oggi socio di maggioranza nonostante il mancato versamento della prima quota da un milione e 250 mila euro. L’imbuto e la “fine” di AAD. Uno dei reali inghippi che rende nebuloso il contesto riguarda proprio quest’ultimo passaggio: cioè la titolarità amministrativa del club, attualmente perso nell’imbuto della compravendita non formalizzata. Chiaro che ormai nessuno voglia più continuare con la fiduciaria lussemburghese. Zero credito rimasto nel presidente designato Stefano Alaimo così come nel presunto finanziatore Doudou Cissè. Che dopo il Deinze, rischia di collezionare un altro fallimento con il club giallorosso, confermando un modus operandi smascherato e che meriterebbe una “puntata a parte”. Ma il vero nodo, adesso, non è sbandierare l’inadempienza di chi prometteva mari e monti senza averne potenzialità, piuttosto capire come venirne fuori, evitando l’aggravarsi irrecuperabile della situazione gestionale. Soluzioni e speranza. Le soluzioni sono due: un passo indietro di Alaimo, che ha ancora potere di firma federale e delega a rappresentare la AAD, oppure, come già detto, la riappropriazione del club da parte della famiglia Sciotto per inadempienza finanziaria della controparte. Così da individuare altri soggetti che possano concludere la stagione, subentrando efficacemente nel club. Qualcosa si è mosso e questo è già un segnale importante. La speranza è viva. E probabilmente lo si vedrà anche lunedì allo stadio, con un San Filippo pronto a esplodere trascinando la squadra nel difficile derby contro il Trapani. Domani la sfida al Trapani. Sono 15 i precedenti del derby siciliano tra Messina e Trapani disputati in riva allo Stretto. La bilancia pende dalla parte dei giallorossi, che hanno avuto la meglio bene undici volte nella storia di questa contesa. Solo una vittoria ospite, quella risalente alla stagione 2009/2010, peraltro ultimo match giocato tra le due formazioni: in quell'occasione vinsero i granata 0-2 con gol di Lupo e Montalbano. Sempre in Serie D si affrontarono la stagione precedente, nella quale però trionfarono i peloritani con lo stesso risultato, 2-0 grazie alle reti siglate da Quinto e Ancione. Nel complesso sono tre i pareggi, due dei quali maturati in serie C negli anni '70. La prima gara risale invece al torneo 1946/47, con l'Ac Messina che s'impose sul Drepanum Trapani con un secco 4-1.