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Il pari interno contro il Picerno ha solo mosso la classifica, poco per un Messina con l’acqua alla gola e condannato sempre a cercare il massimo ma comunque utile se “pesato” in rapporto alla qualità dell’avversario, al tempo ridotto di gestazione a disposizione di mister Banchieri per lavorare col gruppo, senza dimenticare le tante assenze che hanno limitato le scelte dalla panchina. Insomma, il bicchiere è mezzo pieno, se si sommano anche le due precedenti uscite che hanno visto l’Acr non capitolare, raccogliendo nel complesso cinque punti. E anche la sconfitta della Casertana maturata nel posticipo di ieri.
Ora testa al prossimo impegno, in casa del Benevento, un rivale tosto come tutti quelli che i giallorossi sfideranno a febbraio. Ma come ribadito da tutti nell’ambiente peloritano, guardare agli avversari, in questo momento, è gioco da evitare: si deve provare a fare risultato, ottenendo quanti più punti possibili, in attesa degli scontri diretti, primo tra i quali con la Cavese nella sfida infrasettimanale di mercoledì 12 marzo (18.30 in Campania). Sarà una data cruciale, ma in mezzo c’è tanta strada da percorrere e, come nel Cammino di Santiago, occorre pensare tappa dopo tappa, valutando itinerari e ostacoli, calibrando le forze per potere arrivare all’obiettivo finale: la salvezza.
Anche perché vanno anche considerati gli “imprevisti”, come potrebbe essere l’esclusione del Taranto dal campionato, il cui futuro è appeso al filo del prossimo pagamento degli stipendi. Un’estromissione dei pugliesi suonerebbe come un’ulteriore mannaia per il Messina, privato dei sei punti conquistati sul campo.
Parola al campo per la squadra, che comunque ha fatto anche vedere cose discrete nella seconda sfida delle due consecutive al San Filippo. Conferme dall’atteggiamento, quello di una squadra che, anche riconoscendo i propri limiti, fisici e di rodaggio, ha cercato con umiltà di sfruttare le proprie armi, riconoscendo valore all’avversario di turno. Krapikas ancora una volta decisivo, bene l’inedita coppia centrale composta da Dumbravanu e Gelli, mentre sugli esterni Gyamfi e Haveri hanno un pizzico sofferto negli uno contro uno di fronte agli scatenati lucani. Mediana ancora una volta di sostanza, in leggero calo Buchel ma anche il terreno non è che proprio facilitasse le sue caratteristiche tecniche. Crimi e Garofalo corrono tanto, ecco perché a un certo punto servono ricambi. Ma ad esempio Pedicillo finora è stato usato sulla trequarti, viste le indisponibilità di Chiarella e Dell’Aquila (le loro condizioni rimangono da valutare).
Davanti serve più qualità e personalità: ora le armi ci sono, più interpreti con caratteristiche diverse. Lì bisogna colpire, perché così si vincono le partite. Si spera di avere presto a pieno regime Costantino e De Sena (titolari a Benevento?), ma tutti, anche subentrando, devono sapere incidere. Tornano disponibili dopo la squalifica Lia e Petrucci, si spera nel recupero anche di Marino e Ingrosso.
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