Messina

Martedì 21 Gennaio 2025

Modica lascia il Messina: "Siamo andati in guerra disarmati". Il ds Roma in cerca di un nuovo tecnico

"Serve una scossa, il mio tempo qui è finito, lascio la società libera di scegliersi un altro allenatore del Messina", così Giacomo Modica si dimette, ha lasciato la squadra dopo il ko interno contro il Crotone. Una sconfitta contro una squadra troppo più forte, ipotizzabile alla vigilia. Che quindi lega all'addio ad ulteriori fattori, maggiormente legati ai rapporti con l'ambiente. Un copione che era già andato in scena qualche mese fa, precisamente il 20 settembre nel dopo-partita con la Casertana, ma poi con epilogo diverso dopo un confronto con la squadra. Stavolta niente ripensamenti né fiducia ribadita dalla società, come avvenne all'epoca con Pietro Sciotto presidente. "Avrei voluto farlo già qualche tempo fa, ma ero stato bloccato. Sono stato prigioniero: dal 12 dicembre volevo andarmene, ma non è stato possibile. Ho continuato solo per i ragazzi". Modica divide le responsabilità di un cammino sportivo fallimentare: "La squadra è stata costruita da me, Pavone e Costa: non fuggo dalle mie responsabilità, ma sono un 33% ciascuno. Ora è facile addossarmi tutto. Siamo andati in guerra disarmati, con le pistole a piombini contro i carrarmati. Lascio per il bene della salvezza. In sette mesi non ho sentito una carezza. C’è sempre stato un muro contro muro con la vecchia proprietà. Non mi sento rispettato. Per questa città ho dato tutto, ma ora siamo al capolinea". Qualcosa che non andava più, una situazione incrinata, era emersa già dalla conferenza pre-Natalizia. Ma Modica aveva fatto sapere che avrebbe deciso cosa fare secondo coscienza ma soprattutto attendendo rinforzi dal mercato, che pure stavano arrivando, anche seguendo le sue indicazioni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono probabilmente stati i fischi a fine gara riservati dalla Curva Sud: "Per questa città ho dato tutto, ma ora siamo al capolinea. Dopo tante debacle, lascio per dignità. Spero che un cambiamento dia la scossa necessaria. I ragazzi sono meravigliosi, i risultati negativi non riflettono la qualità che hanno. Personalmente rispetto i sette capi club che conosco da sempre, non chi insulta per il gusto di insultare. Ho commesso errori, soprattutto quello del 13 giugno avrei dovuto dire di no. Mi sono suicidato da solo quel giorno, ma ne sono fiero. Esco di scena. Posso perdere l'orgoglio ma non la dignità, ho dato tutto per una bella donna che si chiama Messina, che amo ma mi ha tradito". A seguito delle dimissioni rassegnate, il club ha poi comunicato che la prima squadra si allenerà oggi sotto la guida di Carmelo Mancuso, tecnico della Primavera. Intanto il direttore sportivo, Domenico Roma, è già al lavoro per individuare il nuovo mister.

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