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Al Messina serve il “solito” miracolo

Solo il Taranto ha subito più gol, mentre 16 reti fatte sono troppo poche. E la panchina non aiuta

Giorni di pausa e riflessione in casa Messina. Dopo l’ultima sconfitta contro il Potenza, breve sosta natalizia per la squadra giallorossa, alla quale il tecnico Giacomo Modica (squalificato dopo il rosso rimediato a Potenza, con sanzione di 500 euro) ha concesso qualche giorno prima di ritrovarsi domani al “Marullo” per gli ultimi allenamenti del 2024.
Un anno, come gli ultimi, dai due volti, con la prima parte concentrata sulla rincorsa salvezza e su quel miracolo sportivo, più volte esaltato, che ha permesso ai biancoscudati di mantenere la categoria senza particolari patemi, forse per la prima volta nelle ultime tra stagioni. Poi la seconda parte, fatta ancora di incertezze, trattative societarie lunghe e “misteriose”, estenuanti e ancora senza fine. E poi una rivoluzione dirigenziale e tecnica, anche questa divenuta routine negli anni di gestione Sciotto.
Il girone d’andata 2024/2025 e la classifica del girone C sono una inevitabile conseguenza di scelte, confuse, che evidentemente non hanno pagato. Il Messina è arrivato al giro di boa, più la prima di ritorno a Potenza, in terzultima posizione, in piena zona play-out, con 16 punti in 20 gare e numeri che dicono tanto sulle difficoltà stagionali di una squadra che, a suon di buone prestazioni in avvio di campionato, aveva forse illuso e che, giornata dopo giornata, ha scoperto tutte le proprie fragilità e le limitate qualità per un campionato complicato come il girone meridionale di Serie C.
Un gruppo di bravi ragazzi senza dubbio, ma che non può bastare per conquistare l’ennesima impresa, specie in una situazione ambientale tutt’altro che stabile. Nonostante le intenzioni della vigilia fossero ben diverse e le certezze crollate con il passare dei giorni e con i lunghi tempi di una cessione che, considerata unica soluzione dai tifosi in perenne contestazione, ha lasciato ancora troppi dubbi. Tanti problemi e tanto lavoro da fare, anche se ancora non ci sono segnali che possano far sperare in un cambio di passo.
Cronica difficoltà sicuramente quella legata ai gol. Uno segnato a Potenza, ma tanti falliti e che hanno anche influenzata l’esito finale, come successo anche in altre uscite. Analizzando i numeri, i 33 gol subiti fanno di quella giallorossa la seconda peggiore difesa del girone, davanti solo al Taranto che ne ha incassati 39, mentre sono meno della metà, solo 16, le reti realizzate (quarto peggior attacco) e con appena sei marcatori. Miglior realizzatore è il giovane Anatriello con 6 gol, seguito dai 4 di Petrungaro, 2 di Luciani e 1 ciascuno per Pedicillo, Frisenna e Garofalo (più un autogol contro la Turris). Tutti gol arrivati dai titolari, perché si deve sottolineare un altro dato che amplifica le carenze dell’organico giallorosso: manca, infatti, il contributo della panchina, manca quell’apporto di chi, in corsa, riesca a cambiare volto e ritmo alla gara. Solo una volta, a Bari contro il Team Altamura, il gol è arrivato dopo una sostituzione: lo firmò Anatriello, ma già sul 2-0 per i pugliesi e non servì a portare punti. Le alternative a disposizione di mister Modica sono limitate ed ecco che, ricordando Plescia, Zunno, Emmausso, Ragusa, Rosafio, Luciani, il paragone con la passata stagione non può reggere.

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