È atteso oggi il passaggio finanzario chiamato a dare seguito al preliminare di vendita dell’80% delle quote del Messina a favore del AAD Invest. Attesa e curiosità in città, per conoscere le prossime mosse della fiduciaria che da mesi ha condotto la trattativa, assieme all’attuale proprietà, nel massimo silenzio e con assoluta riservatezza. Anche l’attuale proprietà aspetta con impazienza, speranzosa di potere concludere l’operazione e ridare slancio all’attività sportiva ma non solo, che necessita di nuova spinta per ritrovare l’entusiasmo smarrito in una piazza che da tempo chiede una svolta.
Segnale. Un passaggio, quello previsto per oggi, che darebbe concretezza alle volontà della realtà lussemburghese, rappresentata dal ceo Doudou Cissè, che non si è ancora presentata ufficialmente alla città e dunque non ha chiarito, ufficialmente, quali siano i progetti e le prospettive del progetto. Ma, appunto, non c’è modo migliore di dimostrare coi fatti la propria serietà e solidità. Per poi passare a tutto ciò che riguarda la sfera manageriale.
Scadenze. Ventiquattrore chiave, con all’orizzonte la successiva scadenza, quella “vera”, di metà mese, fortemente connessa, perché l’eventuale subentro in quota di maggioranza nel club, comporterebbe subito la necessità di impegnarsi per coprire le incombenze relative al saldo di stipendi e contributi previsti a dicembre. Che altrimenti rimarrebbero in capo al presidente Pietro Sciotto, il quale a questo punto spera vivamente di potere chiudere questa parentesi e lasciare la gestione “principale” ad altri, restando in quota minoritaria.
Reazioni a catena. Incastri che tengono banco, perché in campo si lavora agli ordini di Giacomo Modica dopo l’ottimo blitz di Torre del Greco e in vista del delicatissimo appuntamento di sabato in casa col Foggia, ma è ovvio che in questo momento il bivio principale riguarda il futuro societario. Da questo passo, infatti, ad esempio dipende il futuro del ds Giuseppe Pavone, che ha rassegnato dimissioni irrevocabili, respinte però dagli odierni vertici. Con la rescissione che, dunque, non è ancora arrivata. Importante perché, c’è un mercato da sviluppare in ottica gennaio, con decisioni da prendere oggi e contatti da avviare, così da non farsi trovare impreparati nell’ottica di un rafforzamento dell’organico necessario per salvare la categoria. Ma in bilico ci sarebbero anche altre figure interne, in una struttura societaria incompleta e che ha bisogno di profili all’altezza del blasone, della tradizione, dell’ambizione di questa piazza. Ormai piombata nella mediocrità, dalla quale venire fuori una volta per tutte.
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