Il Messina, ormai è chiaro, non è una squadra da trasferta. I tre punti ottenuti in otto gare esterne sono un dato emblematico e, rispetto alla fase iniziale del campionato, stanno mancando anche le prestazioni, come successo ad Avellino, a Catania e a Bari contro il Team Altamura. Ci si deve affidare, necessariamente, alle partite allo stadio “Franco Scoglio” dove, nonostante la costante assenza dei tifosi organizzati, i giallorossi hanno raccolto 10 degli attuali 13 punti, fornendo le migliori prestazioni, almeno fino alla gara persa contro la Cavese che ha interrotto l’imbattibilità casalinga stagionale.
La successiva vittoria sul Giugliano, dopo il pari del “Massimino”, era stata considerata un punto di ripartenza per morale e classifica, una gara di carattere e sofferenza, subito smentita dal ko nello scontro diretto con i pugliesi. Se a inizio stagione i complimenti superavano i punti, adesso mancano anche quelli perché la condizione, generale e dei singoli, comincia a vacillare con conseguenze inevitabili sul campo.
I 13 punti e un pericoloso terzultimo posto devono far riflettere e destare anche preoccupazione, perché non ci si può sempre affidare alla speranza di risolvere tutto con un mercato riparatore e una dimostrazione di forza nel girone di ritorno.
Anche il +2 rispetto alla quindicesima giornata della stagione 2023/2024 rappresenta una piccola consolazione che non deve illudere, perché ogni campionato è diverso e perché paragonare questo organico, per l’ennesima volta smontato e ricostruito in ritardo in estate, a quello di un anno fa è un esercizio difficile e, probabilmente, controproducente.
Né rimpianti né alibi. I tanti punti persi sono un dato di fatto, tra sfortuna ed errori, ma non si può ancora recriminare, così come non si possono cercare giustificazioni solo nelle decisioni arbitrali, soprattutto quando su 90 minuti ne giochi metà. È il solito problema che il Messina si porta dietro da tempo: non c’è nessuna figura dirigenziale di spessore in grado di difendere la causa giallorossa. Il presidente Pietro Sciotto è in silenzio ormai da mesi, ad eccezione di sporadiche dichiarazioni riportate dall’ufficio stampa, il tecnico Giacomo Modica si è autoimposto un inspiegabile silenzio stampa e il direttore sportivo Giuseppe Pavone è apparso l’unica volta nel post-Avellino, parlando, tra i vari argomenti, di «presupposti per un futuro roseo» adesso complicato da immaginare.
Affidarsi solo a Marco Manetta, da capitano, per riportare le rimostranze della squadra, senza peraltro mai nominare l’arbitro, è davvero poco.
Sprint 2024. L’ultimo mese di campionato prima della pausa natalizia si apre domenica con la sfida interna contro il Sorrento, che anticipa gli scontri diretti con Turris, Foggia e Juventus Next Gen, per chiudere contro il Potenza nella prima giornata di ritorno.
Il primo passo è pensare al Sorrento, decimo con 21 punti (ben distribuiti tra casa, 11, e trasferta, 10), reduce dal pari in extremis ottenuto in casa contro il Picerno ma senza vittorie da tre turni.
Messina troppo debole lontano da casa
La sconfitta di Bari ha confermato la negativa tendenza. In trasferta solo tre punti in otto partite per i biancoscudati
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