Magari meno forti tecnicamente ma più vicini alle idee tattiche e d’approccio di Giacomo Modica: prematuro effettuare un raffronto tra l’organico della scorsa annata e quello attuale, ma le prime tre partite e il tipo di gioco sviluppato consentono di captare dei segnali chiari sul Messina che sarà.
Sarà il tempo a dire se l’Acr 2024/25 farà meglio o peggio di quello che nel campionato scorso ha sfiorato i playoff salvo poi salvarsi alla penultima giornata. Soffrendo in avvio, divertendo e molto a metà, ricadendo e rialzandosi. Da squadra giovane ma molto spigliata. Non è stato facile trovare l’equilibrio con una rosa in costruzione strada facendo, come quest’anno d’altronde. E con un gruppo che presentava “senatori” confermati e ha avuto bisogno di scossoni e confronti per cementificarsi. In questa stagione non ci sono i Fumagalli e i Ragusa su tutti, ma nemmeno gli Emmausso e gli Zunno del girone di ritorno. I primi soprattutto extra-campo, i secondi dentro, trascinatori del progetto. Che fosse leadership morale o tecnica. Un gruppo che si è scoperto ed ha anche cambiato pelle per rendere al meglio, passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1 con, appunto, Emmausso trequartista, due ali con approcci diversi (Zunno, Rosafio o Ragusa) e una punta con compiti variabili in base alla partita: Plescia, Zunno stesso o Luciani.
Da quest’ultimo riparte anche l’attuale Messina, ma l’impressione è che con il ritrovato 4-3-3 si possa vedere un giocatore più efficace in zona d’area, che non debba per forza e solo lavorare per tutta la squadra. È il centrocampo che può fruttare, così, decisamente di più. Garofalo che in passato non ha disdegnato la via della rete, specie con Zeman che di Modica è il maestro, pare pronto a disputare un campionato d’impatto in tutte le fasi. Di Frisenna si sono sprecati gli aggettivi, è un tuttocampista ormai di fatto: da mezzala sembra essere più efficace, ma si sa ormai che può operare da play, da trequartista, persino da punta esterna. Stesso ragionamento assimilabile, seppur con qualità differenti, per Pedicillo, più tecnico ma magari meno fisico del “collega” under, ma comunque già con il Taranto impiegato in tre posizioni da Modica.
Prime impressioni, potrà andare ancora meglio ma guai a esaltarsi perché le insidie sono dietro l’angolo. Il progetto tecnico, comunque, resta ancora da sviluppare, essendoci in organico giocatori tutti da scoprire da queste parti. Come Petrungaro, Re, Cominetti e Morleo, ad esempio. E magari dal mercato potrebbe arrivare qualche altro innesto, proprio come esterno d’attacco, che la dirigenza pare ancora indotta a potere inserire.
“Caratterialmente” i l discorso sembra filare, così come l’attitudine nel credere in ciò che il tecnico propone. Sicuramente un’arma che può fare la differenza.
L’unico comune denominatore con il Modica 1.0, al momento, sembra essere la difficoltà di leggere alcune situazioni singole del gioco arretrato. Che con l’approccio offensivo tipico del trainer di Mazara sono il “prezzo da pagare”, ma proprio per questo vanno interpretate nel miglior modo possibile per non vanificare tutto il resto. Per capirci, rivedere il gol del Taranto. Il tempo per lavorarci c’è. Ma forse lì qualcosa in rosa manca.
È un Messina a misura di Modica: con armi ancora da scoprire, da Petrucci a Re
Forse meno tecnico di quello della scorsa annata ma con caratteristiche tecniche e personali più “adatte”
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