Una vittoria che consegna serenità e fiducia, dando anche peso al lavoro svolto sin qui dallo staff tecnico e dalla squadra, specie da quegli atleti presenti sin dalle prime battute del ritiro di Zafferana Etnea. E che iniziano a raccogliere i frutti, in termini di tenuta fisica ma non solo. Il successo del Messina sul Taranto garantisce un primo slancio alla classifica ma anche inizia a concedere certezze al gruppo, al netto di un avversario che a metà gara sembra avere mollato totalmente sul piano atletico, pagando un allestimento in corsa e una situazione ambientale-societaria che rimane complessa (i tifosi pugliesi presenti al “Franco Scoglio” hanno contestato a lungo il patron Giove), figlia della travagliata estate.
Demeriti rossoblù ve ne sono, dopo un primo tempo nel quale la bilancia sembrava potere propendere più dalla parte ospite. Poi quel rigore spartiacque e un inizio di ripresa a tutto gas hanno indirizzato l’inerzia verso l’Acr, arrivando sino al meritato 4-1 finale.
Le note liete sono principalmente conferme. Quella di un Anatriello, sul quale Pavone e Modica hanno puntato forte da subito, che continua a fare bene con fame, voglia e aggressività. Da prima punta come da esterno. Si è “rivisto” Luciani, che Modica già conosceva, così come il pubblico biancoscudato: il rigore segnato con personalità ma anche movimenti utili alla squadra. Ancora Pedicillo, partito nel tridente, per poi nella ripresa giocare da play e poi da mezzala. Nasce trequartista, ma Modica punta sulla sua tecnica in ogni zona del campo. E poi Frisenna, che sembra crescere partita dopo partita, giocata dopo giocata, sbagliando poco e leggendo bene le situazioni. Tanto che c’è chi, tra i sostenitori, teme possa essere portato via già nel prossimo mercato di gennaio. Avendo acquisito una maturità da palcoscenici superiori: il gol del poker fa il resto, non il primo segnato sfruttando una super balistica. E poi gli inserimenti di Garofalo e le fasce che hanno ripreso a spingere forte.
Più nel complesso, si ha avuta la sensazione che, ingranando, questo gruppo seguendo la via maestra delle idee di Modica possa regalare soddisfazioni. E scaldare i cuori, come hanno fatto i gruppi degli ultimi anni. Esaltarsi, però, sarebbe dannoso. C’è ancora tanto da lavorare, alchimie da trovare e aspetti in cui crescere, cominciando dalla tenuta difensiva collettiva, che passa anche dalla postura nel tenere gli spazi coperti senza snaturare il caratteristico approccio offensivo. Equilibrio deve essere la parola chiave in questa fase.
Anche se si intravedono altri margini di miglioramento e risorse da sfruttare. Cominetti e Petrungaro non sono ancora decollati, Anzelmo giocando acquisirà quella sicurezza che accentuerà visione e geometrie, aspettando Petrucci. E poi elementi come Re e Morleo ancora da scoprire. Insomma, servirà tempo per capire quale sarà il “vero” Messina di quest’anno, ma gli elogi di Modica all’atteggiamento e alla disponibilità paiono essere un buon viatico. I risultati aiutano al resto.
Adesso all’orizzonte il banco di prova di Crotone, squadra che ha lavorato tanto sul mercato nei mesi scorsi, con l’ambizione di stare stabilmente nei quartieri alti della graduatoria. Il Messina però vorrà dare continuità di rendimento ma anche di risultati.
Messina, la vittoria dell’autostima: buoni segnali dal successo contro il Taranto
Anatriello si conferma affamato, Frisenna sempre più maturo, Pedicillo jolly di qualità. Il risultato dà valore al lavoro e consegna serenità, ma c’è ancora tanta strada da fare
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