Gli sguardi, le sensazioni, sin dai primi giorni di ritiro, lasciavano presagire una sintonia svanita: le settimane trascorse a Zafferana Etnea e un contratto biennale in essere non hanno migliorato le cose, così Domenico Franco preso o tardi lascerà Messina. Una situazione totalmente ribaltata rispetto alla scorsa estate, quando l’esperto centrocampista tornò in maglia biancoscudata per riprendersi quello che nel 2014 perse per un brutto infortunio. Cioè un ruolo centrale in una piazza che sembrava nel suo destino. E lo è stata per una stagione piena, ma l’ambizione di lottare per qualcosa di importante, così come dichiarato nella prima intervista stagionale, ma anche di ritrovarsi in una situazione diversa da quella attuale, con maggiori certezze. Il 31 enne dovrebbe andare al Picerno, squadra che lo ha chiesto e che avrebbe già l’ok del calciatore, al di là del possibile inserimento del Foggia dell’ex ds Domenico Roma. Franco è pronto a partire, ma prima bisognerà che il club lucano e il Messina trovino un accordo per la chiusura anticipata del contratto in scadenza nel 2025. Una situazione che costringerà il direttore sportivo giallorosso, Giuseppe Pavone, a trovare un sostituto in mediana ma anche a livello di leadership, visto che il calciatore che non è stato portato nemmeno in panchina a Crotone, rappresentava comunque una delle colonne dello spogliatoio, essendo già stato capitano tra l’altro nella scorsa stagione. Un over da aggiungere ai sei già in organico e ai due che, così almeno sembrerebbe, dovrebbero a breve essere ufficializzati, essendo aggregati in gruppo ormai da tempo: Rizzo e Cominetti. In attesa poi del portiere dei due attaccanti che dovranno completare il roster peloritano. Il gong alla scadenza delle trattative si avvicina, mentre non si hanno più notizie certe sulla stato attuale della trattativa per la cessione del club. La “proroga” concessa dall’attuale proprietà lo scorso 31 luglio non era legata (a meno di accordi privati non resi noti) a nuove scadenze, con il risultato che tutto è nuovamente piombato nel silenzio, senza che si sappia nulla sul cosa si sta aspettando e quali siano i motivi che stanno ritardo un’operazione sulla quale l’ottimismo spesso fatto filtrare, così come l’imminenza della conclusione, non hanno mai trovato riscontro nei fatti e nelle comunicazioni a una piazza stanca di galleggiare in assenza totale di trasparenza e ambizione. Che pare essere condannata a una gestione improntata alla sopravvivenza e all’improvvisazione, nell’attesa (senza prese di posizioni diverse) di qualcosa che pare destinata a non accadere mai. Divisa al proprio interno, nonostante l’amore per quella maglia che dovrebbe unire.