“Proroga” è il termine nuovo, quello che riecheggia dalla mattinata di mercoledì sul tema della cessione del Messina calcio. Perché «l’investitore estero intenzionato a rilevare il pacchetto di maggioranza dell’Acr - comunica la società peloritana - ha chiesto formalmente una proroga dei termini per completare le complesse procedure». Intrigo internazionale. Una trattativa che ha assunto contorni paradossali e che si sta prolungando ben oltre il lecito e l’atteso. Il termine del 30 luglio, a questo punto, non era affatto perentorio, tanto che la vicenda potrebbe andare avanti a oltranza, sine die. Una procedura che così complessa non era assolutamente immaginabile neanche dal più accanito degli azzeccagarbugli e scenario che si tinge di contorni del tutto indecifrabili. Ma la soluzione per sciogliere i dubbi e togliere ogni possibile alibi sarebbe anche a portata di mano: una comunicazione chiara, limpida, soprattutto da parte del rinominato e fin qui anonimo «investitore estero». Si faccia avanti un emissario, si esponga mettendoci la faccia, inchiodando ognuno alle proprie responsabilità. Altrimenti si volti pagina. L’ombra del dubbio. «La proprietà - si legge ancora nel comunicato - ha informato il sindaco di Messina, Federico Basile». Anche la politica, sollecitata a più riprese dalla tifoseria organizzata, deve necessariamente fare la sua parte, abbandonare quella posizione “democristiana” che sta caratterizzando il rapporto con la proprietà biancoscudata. Il Messina resta sempre una società privata, ma per ciò che genera a livello economico, sociale e, soprattutto, sentimentale ed emotivo, merita un occhio di riguardo da parte di chi gestisce la cosa pubblica. Lo sport, in questo caso il calcio nella sua massima espressione cittadina, meritano un attenzione che fin qui non c’è stata. Il sospetto. Ma questo Messina sarà mai ceduto? Il comunicato diffuso dal club apre più di un interrogativo: «La società che, da tempo, ha manifestato la volontà di cedere, si sta impegnando ugualmente nella programmazione della nuova stagione sportiva». Tradotto: la proprietà vorrebbe vendere, ma intanto fa mercato, ufficializza l’organigramma e programma, però a suo modo. Sui generis. Anche uno dei fedelissimi del presidente Sciotto, l’ex magazziniere Nino Pollara, ha ufficializzato la propria separazione dal Messina (non era comunque stato inserito nell’organigramma che comprendeva nel ruolo il solo Giovanni Cirino). Io ti salverò! A dieci giorni dal debutto in Coppa Italia a Crotone, l’organico del Messina è vacante in numerosi ruoli chiave e anche sul piano puramente societario ci sarebbero tante caselle da riempire (quella del direttore generale su tutte, mantra da ripete fino alla noia): «Il presidente Sciotto - conclude la nota stampa - ha definito nelle ultime ore con il ds Pavone e lo staff tecnico le ulteriori operazioni di mercato finalizzate a implementare l’organico, in tempi brevi, con l’arrivo e il tesseramento di nuovi calciatori over». Il sipario strappato. La conclusione del comunicato lascia poco spazio all’immaginazione e a ipotesi diverse dalla prosecuzione del rapporto tra il Messina e l’attuale proprietà. Ma continuare insieme sarebbe comunque uno scenario per stomaci forti: un rapporto mai così ridotto ai minimi termini che sta facendo vacillare anche gli ultimi grandi sostenitori della presidenza Sciotto, il cui indice di gradimento in questi sette anni non è mai stato in così forte ribasso.