In una situazione ambientale tutt’altro che serena, il Messina si appresta a iniziare la stagione sportiva 2024/25. Dopodomani la squadra, o meglio il gruppo di giocatori assemblato da più mani dirigenziali, inizierà il ritiro a Zafferana Etnea, ma a tenere banco è tutto ciò che ruota attorno all’Acr. Società che in questo momento appare letteralmente in un limbo tra ciò che si deve fare per obblighi temporali e ciò che potrà essere in caso di cessione societaria. La rosa. Il risultato è abbastanza sconfortante, con l’aggravante dei tre mesi trascorsi dalla salvezza conquistata e di un copione estivo che sembra ripetersi, seppur con sfaccettature diverse, differentemente grottesche. Giunti al 21 luglio si ha un organico con appena quattro tesserati (è attesa da giorni la firma dei primi under), mentre le avversarie continuano a muoversi con una certa (ovvia) vivacità. La struttura. L’organigramma dirigenziale è incompleto, allestito con l’evidente missione di dare risposte all’esterno ma anche di non rimanere fermi all’interno: pesa su tutto l’assenza di un direttore generale che assuma le redini operative del club, che nelle ultime settimane è stato affidato all’impegno di Angelo Costa, tornato con l’incarico di direttore organizzativo ma con compiti anche sportivi, dunque chiamato anche ad accompagnare l’azione del ds Giuseppe Pavone e del tecnico Giacomo Modica. Non farà parte della spedizione etnea Carmelo Cutroneo, massofisioterapista, che per motivi personali ha fatto sapere che non continuerà la collaborazione (probabilmente proseguirà con la Jonica in Eccellenza). I tifosi. C’è poi, forse aspetto più incidente, un clima davvero ai minimi storici intorno al club. Tifoseria organizzata pronta a scendere in piazza (martedì alle 18:30 al Municipio) per chiedere una svolta societaria, un passaggio di mano. Appellandosi anche alla politica. Che dal canto proprio ha lanciato solo piccoli e autonomi segnali, da quello del consigliere Dario Carbone a quello del presidente Nello Pergolizzi. Mentre il sindaco Federico Basile non ha ancora preso posizione sulle vicende che riguardano la prima squadra cittadina. La trattativa. Difficile decifrare cosa possa accadere. La proprietà continua a ribadire di essere disposta a passare la mano, ma che adesso la “fumata bianca” per la cessione delle quote di maggioranza del club dipenderebbe dai potenziali acquirenti. Considerati «importanti» dal presidente Pietro Sciotto. Vige sempre l’intesa tra le parti dello scorso 23 giugno, ma serve un’accelerata per venire fuori da questo stato di cose paludoso, letteralmente paradossale e per certi versi incomprensibile. Visto che nessuno si degna di riferire “dove” si è arenata la trattativa, ma anche quale prospettive avrebbe un nuovo ciclo. Arrivati a questo punto da considerare fisiologico, visto che uno “Sciotto 8.0” partirebbe nel peggior modo possibile. La comunicazione. Messaggi ambigui o ermetici, tra le righe, a libera interpretazione (e zero conferenze stampa, neppure per la presentazione di Pavone). Il che equivale, soprattutto tra gli appassionati, ad alimentare il caos delle voci, spesso infondate. Sostenitori della biancoscudata che, al di là delle legittime (quando non esasperate) posizioni, sono le vere vittime di questa condizione. In tal senso si ricordi che l’Acr è un’azienda privata, ma il Messina è e resterà sempre e soltanto di chi lo ama.