Sede (Zafferana Etnea) e data d’avvio del ritiro (22 luglio) annunciate sui social (senza comunicato ufficiale, come un club professionistico necessiterebbe) e poi cancellate. Sembra un Messina che vive nel caos, in attesa di scoprire quale sarà il futuro. Si naviga a vista, partendo dalla squadra che dovrebbe allenarsi agli ordini di Giacomo Modica, con “vista” sul primo impegno ufficiale di Coppa fissato per il prossimo 10 agosto a Crotone. Così come manca un direttore generale, un team manager, un ufficio marketing, una campagna abbonamenti e il settore giovanile. Gli anni scorsi sembravano avere detto molto sulla difficoltà programmatica del club, quest’anno si sta riuscendo, impresa che sembrava impossibile, a fare anche peggio. E con ampio tempo a disposizione. In un “gioco” rischiosissimo in termini di risvolti sportivi. La fine dello scorso campionato lasciava presagire un rilancio ripartendo dalla base con cui si era arrivati alla salvezza, l’attenzione dedicata alla pratica d’iscrizione aveva messo in secondo piano lo sviluppo della parte progettuale. Rinviando, di settimana in settimana. Poi l’immancabile momento delle trattative per la cessione: prima Minore, poi il gruppo “siracusano” rimasto all’oscuro, adesso il fondo estero che rimane nell’anonimato. E sarebbe meglio uscisse allo scoperto per dimostrare la propria esistenza, solidità, ambizione. Ci sono tempi di gestazione, ma anche soluzioni per arrivare al dunque. E il dunque è l’esigenza che il Messina si presenti ai nastri di partenza, in Serie C, in condizione decorose, dignitose. Oggi questo potrebbe non essere garantito. L’attuale proprietà continua a dirsi fiduciosa sulla buona riuscita dell’operazione di vendita, parlando di interlocutore «importante». Si attenderebbero le garanzie giuste per chiudere, ma i tempi si stanno allungando sempre più e anche questo sta diventando pericoloso. Si esca allo scoperto, dicendo come stanno le cose, perché nessuno risulterebbe esente da uno scempio gestionale che sembra profilarsi guardando alla situazione attuale. Cosa si sta aspettando e perché. Se è il caso di andare oltre. Altrimenti si metta un punto e si vada avanti, perché poi (al solito), le responsabilità saranno sicuramente affibbiate ad altri. Massimo rispetto per la salute del presidente, al quale si augurano le migliori fortune personali, ma il clima di confusione totale in cui sta galleggiando la società in questo momento non è più accettabile. Tra voci, fuochi interni incrociati, caselle mancanti, appropriazione di ruoli e una situazione estremamente preoccupante, in cui non risulta chiaro nemmeno chi decide, visto che molti dirigenti, tra cui Angelo Costa, operano “in pectore”. Era stato annunciato l’arrivo dei primi giocatori, ma dell’ufficialità non vi è traccia. I nomi sono quelli di Leonardo Pedicillo (già lo scorso anno, in estate e a gennaio, aggregato al gruppo senza essere ingaggiato), Domenico Anzelmo (ci sarebbe l’intesa con il giocatore ma si attenderebbe l’ok della Vibonese) e Manuel Di Palma (centrocampista classe 2004). Oltre al portiere Flavio Curtosi. Più che una società che si appresta ad affrontare un campionato di Lega Pro, sembra una bomba pronta ad esplodere. La si disinneschi prima che sia troppo tardi.