Che la settimana in corso sia decisiva per le sorti societarie del Messina è cosa nota, soprattutto perché il club biancoscudato, indipendentemente dalla chiusura o meno della cessione al fondo anglo-americano, è chiamato a una rincorsa quasi senza precedenti per preparare la nuova stagione agonistica. Tra una decina di giorni si dovrebbe partire per il ritiro precampionato, ma la località è ancora da definire, sia perché le richieste sono iniziate in ritardo, sia perché tutte le location sondate hanno mostrato dei “difetti”. Tra chi attende gli sviluppi sulla situazione societaria c’è anche il portiere Ermanno Fumagalli, che a Messina ha lasciato il cuore, ma che ancora non ha ricevuto la telefonata tanto attesa per proseguire la propria avventura peloritana: «Ho sentito il presidente per aggiornarmi sulle sue condizioni di salute, ma a livello calcistico non ho parlato con nessuno. Io a Messina non ho lasciato solo il cuore, ma molto di più: mi sono trovato bene, mi sono ambientato subito anche con la gente e tutti i momenti vissuti nell’ultimo anno e mezzo sono indimenticabili e nessuno potrà cancellarli, perché ho vissuto emozioni indescrivibili. E non sono frasi fatte. Dalla salvezza del primo anno - continua Fumagalli - al momento negativo dello scorso, quando poi ci siamo ripresi alla grande, fino all’esordio di mio figlio Jacopo in prima squadra. Se dovesse arrivare la chiamata del Messina non avrei il minimo dubbio e tornerei senza pensarci, ma vorrei farlo da protagonista, come sempre nella mia carriera. Io non riesco a essere quel portiere esperto che fa crescere il giovane, sono un cavallo da corsa e non so stare fermo nella stalla, perché poi finisce che scalcio ed è un casino!»