Chiusa in poche ore, con un botta e risposta poco entusiasmante, la trattativa con il gruppo rappresentato da Ettore Minore. Che non assumerà la guida dell'Acr: lo ha fatto sapere il diretto interessato con una lettera aperta alla città, lo ha confermato il club con una nota di risposta. I contatti tra il gruppo ribattezzato dei “cinesi” e il presidente Pietro Sciotto erano rimasti nell’ombra, salvo poi emergere venerdì con la presenza in città del primo rilevata da Rtp e il comunicato dell’Acr poche ore dopo con il quale si “confermava” l’interessamento di alcuni operatori economici. Che persistono comunque. Si guarda avanti, questo capitolo è chiuso. Ma potrebbero essercene degli altri, si capirà nei prossimi giorni, altrimenti si andrà avanti con l’attuale proprietà che è pronta a varare un nuovo assetto. La lettera degli intenti. L'imprenditore che in passato aveva provato a rilevare Grosseto, Viterbese, Sambenedettese, Marsala e Trapani, si “identifica” come Ceo international di “Trade Market”: «Ho portato con me professionisti a garanzia di un grande progetto che avevo per questa gloriosa società. Nonostante la mia disponibilità di farmi carico di ingenti debiti e di riconoscere inoltre la somma richiesta da Sciotto, siamo stati vittime di un valzer di ripensamenti che ci hanno spiazzato e fortemente deluso dopo mesi di dialoghi per definire la firma che sarebbe dovuta avvenire questo fine settimana. Ce l’ho messa tutta ma ogni mio tentativo, anche molto generoso, è stato vano rispetto alle richieste della proprietà. Il mio progetto sportivo sarebbe partito dalla totale ricostruzione di una parte fondamentale di un club professionistico e cioè del settore giovanile, totalmente abbandonato. Avevo messo a disposizione della mia idea sportiva importanti professionisti del settore. Il club non è mio e non sarà mai di nessuno perché appartiene alla città e alla tifoseria, io sarei stato solo un abile conduttore». La replica del club giallorosso. In riferimento alla trattativa intavolata con il potenziale acquirente di origini palermitane, l’Acr Messina ha invece chiarito di non avere ritenuto la «cordata poco cinese, tanto Minore», idonea «a dare continuità, nell’interesse di Messina, al progetto sportivo avviato sette anni fa dal presidente Pietro Sciotto. Si è ritenuto che non siano state offerte le idonee garanzie per l’importo pattuito, da doversi pagare a rate. È falso che il Messina abbia una massa debitoria importante, come dichiarato. Prova ne sia che in sette campionati il Messina di Pietro Sciotto non ha mai subito alcun punto di penalizzazione». E adesso che cosa accadrà? Quella che portava a Ettore Minore, anzi al “gruppo cinese” che si è poi palesato nell’interlocuzione con l’imprenditore siciliano con interessi in Asia, che aveva già collezionato “scalate” fallite da altre parti d’Italia, è una pista da considerare definitivamente chiusa. Ma qualcosa potrebbe ancora accadere. Nei giorni scorsi, infatti, un altro gruppo imprenditoriale avrebbe bussato alla porta del presidente del Messina, provando a presentare un’offerta convincente per subentrare alla guida del club. Altri soggetti con interessi all’estero, ma motivati a investire sullo Stretto. Le parti sono abbottonate, nessuno si sbilancia (e così dovrebbe essere fin quando non vi sia, realmente, la possibilità concreta di arrivare alla “fumata bianca”) ma c’è fiducia che stavolta si possa arrivare a una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. Compatibilmente coi problemi di salute che il massimo dirigente dell’Acr sta affrontando, nei prossimi giorni si cercherà di accelerare, perché anche se tutto va fatto nel modo giusto, i tempi stringono per farsi trovare pronti al prossimo campionato.