Messina

Martedì 22 Ottobre 2024

Calaiò in corsa per il ruolo di Ds: "Quanti incroci con Messina"

Modica confermato in panchina è il primo tassello piazzato dal Messina verso la prossima stagione, adesso l’attenzione si sposta tutta sulla strutturazione societaria con l’individuazione delle figure che dovranno occuparsi dei vari ambiti operativi, dalla gestione interna alla costruzione della squadra. Per quanto riguarda la direzione generale, il candidato numero uno sembra essere Saverio Provenzano, anche se l’eventuale affidamento di un incarico ufficiale resta collegato a nuovi confronti con il presidente Pietro Sciotto, dai quali dovranno emergere le reciproche volontà di dare una forma “inquadrata” alla collaborazione, con condizioni e obiettivi. A cascata poi si dovrà individuare il responsabile del settore tecnico-sportivo, per il quale al momento sarebbero tre in corsa. L’ex direttore operativo Angelo Costa, Agatino Chiavaro (ex Acr da calciatore nella stagione 2012/13) che ha di recente chiuso la propria esperienza ad Acireale e Umberto Calaiò. Anche per quest’ultimo si tratterebbe di un ritorno, avendo già operato in riva allo Stretto, da osservatore, tra il 2004 e il 2006, nell’allora Fc . Possibilità concreta? «Ho avuto un contatto la scorsa settimana con Provenzano, una richiesta di disponibilità». All’orizzonte non ci sono incontri programmati o scadenze prefissate, «la società sicuramente starà facendo delle valutazioni ed è giusto così». Dunque, si vedrà più avanti. «Modica garanzia per tutti»Gli intrecci tra Calaiò e Messina, nel tempo, non sono mancati. Rapporti buoni con mister Giacomo Modica, del quale ha apprezzato il lavoro nell’ultima stagione: «Sicuramente il giudizio complessivo sull’ultima annata non può che essere positivo. La guida tecnica è una certezza sul piano delle idee e della proposta di gioco, inoltre è un “frontman” efficace, è stato già giocatore, capitano e allenatore dell’Acr, una garanzia per la proprietà ma anche per i tifosi che sanno quanto è legato alla piazza. Si sono sfiorati i playoff, c’è stata un pizzico di sofferenza finale ma è stato raggiunto l’obiettivo.». «Sciotto presidente vecchio stile» Battitore libero che però è stato in grado negli anni di tessere una rete rilevante di rapporti, Calaiò si autodefinisce un «artigiano del calcio» che ama aggiornarsi (“viaggia” per la seconda laurea), un operatore «vecchia scuola». E considera allo stesso modo il presidente Pietro Sciotto: «Magari può apparire pittoresco ma in un’era in cui a guidare nel calcio sono fondi o gruppi stranieri, ci mette i soldi propri o della sua famiglia per pura passione. E non è scontato in una dimensione globalizzata avere un presidente che iscriva da solo ogni anno la squadra, senza incappare in penalizzazioni. Di questo bisogna dargli merito». Poi ovviamente c’è sempre da migliorare e nel caso specifico, dopo sette anni di rivoluzioni, ci sarebbe da creare una struttura interna che assuma i contorni della stabilità, magari per porre le basi di un progetto ambizioso e lungimirante, che passi da figure identificabili, con oneri e onori. «Nel calcio se le cose sono chiare prima o poi si “arriva”, possono passare due o tre anni, ma i risultati giungono», ha detto Calaiò. Osservatore, consulente e... Il classe 1971 ha vissuto il calcio da svariate prospettive, da talent scout come già detto (ricorda ragazzi come Bernardo, Montalto, Ferla o Dionisi che poi Modica ebbe a Celano) a libero professionista (procuratore e consulente) con un’agenzia che gestiva atleti, tra i quali ad esempi Luigi Silvestri, lanciato proprio in giallorosso da under. E poi Cocuzza, Bonanno e Tiscione. «Ho deciso di chiudere questa parentesi perché ho visto questo mondo cambiare, smarrendo il “made in Italy” e soprattutto la possibilità di dare riscatto ai ragazzi siciliani, che è quello che ho cercato di costruire dopo la mia esperienza di campo negli anni 80’ e 90’, creando le occasioni che a tanti sono mancate. Infatti cercavo di “costruire la carriera” dei giovani, scoprendoli nei campetti di periferia e seguendoli per anni nello sviluppo». Una vera e propria “squadra” nelle squadre”. Si è occupato anche della "Equipe Sicilia" che dava la possibilità agli svincolati di prepararsi alla stagione successiva, con la quale ha anche incrociato il Messina in passato. Dal 2018 l'esperienza come osservatore del Parma (con Ciccio La Rosa, altra connessione con Messina, e in stretta collaborazione con Daniele Faggiano), ma esperienze tra le altre anche ad Ancona, Torino, Licata e Marsala. Passaggio biennale pure a Salerno con il fratello Emanuele, attaccante del Messina nel campionato 2002/03 e oggi ds del Savoia, con cui si è occupato del settore giovanile. Di recente, l’esperienza da opinionista tv (su Tgs nella “sua” Palermo). Idee chiare e sintesi progettualeSullo sviluppo di un progetto, idee chiare: «Bisogna mettere al centro le strutture e il settore giovanile affinché tutto resti in piedi, non si può sempre cercare fuori o essere costretti a inventarsi soluzioni. Tra le voci di bilancio più importanti penso a “ricerca e sviluppo”, bisogna sfruttare le conoscenze e “patrimonializzare” il club. Alla gente piace pure vedere il senso d’appartenenza, la costruzione di un calciatore proprio, perché dà la percezione di guardare al presente ma anche al futuro». E poi lo si fa davvero.

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