Colpo di scena: quello che sembrava dover essere il giorno dell'addio tra il Messina e Giacomo Modica, si è trasformato in quello del rinnovo. Ad annunciare che il matrimonio proseguirà, è stato lo stesso allenatore in una conferenza organizzata autonomamente in un bar di Cristo Re: «L'attesa è stata lunga, per certi versi snervante, ma non è dipesa da me, in ogni caso il fine giustifica i mezzi e possiamo dire che è stato raggiunto un accordo». Per la prima volta negli otto anni sotto l'attuale gestione, dunque, si avrà continuità in panchina. Contratto di durata biennale, ma con l'impegno “morale” «che se le cose non dovessero andare, sarò io stesso a farmi da parte». Eppure la giornata, dopo l'incontro di mercoledì, non era iniziata con le stesse sensazioni, anzi con la più concreta possibilità che si arrivasse alla rottura definitiva. L'incontro coi giornalisti, inizialmente programmato alle 18, è stato poi posticipato di due ore, durante le quali Modica si è recato a Giammoro per un ultimo confronto, risultato risolutivo per la prosecuzione del rapporto. «Tra la preparazione all'iscrizione e i problemi di salute del presidente, a cui auguro un in bocca al lupo per ciò che lo aspetta prossimamente, i tempi sino purtroppo diluiti, io sono sempre stato convinto che chi mi voleva, doveva cercarmi. Ho aspettato e ne è valsa la pena. Questa poteva essere l'ultima mia conferenza a Messina? Sì e per questo è stata organizzata in forma “non ufficiale”. Hanno fatto la differenza la volontà mia e del presidente Pietro Sciotto, assieme alla mediazione di una persona del quale non farò il nome. Fino a stamattina sembravano non ci fossero le condizioni per andare avanti, poi ci sono momenti che mettono a dura prova le situazioni, anche una parola detta in un determinato modo. Infine questo scatto importante». Contatti con altre squadre? Si è parlato apertamente della Spal (ma sotto traccia si sarebbero mosse anche Gubbio e Ternana). Modica non li nega. «Ci sono stati ma sono rimasti tali nonostante ciò che dica qualcuno, se no non sarei qui. Altre società non erano pronte a fare di più e ho voluto aspettare il Messina, sia perché fino al 30 giugno sarei comunque stato tesserato ma anche perché di questi colori resto e resterò sempre tifoso. Qui mi piace sentirmi a casa anche se pure io ho vissuto frangenti brutti, come quello tra novembre e dicembre. Ma resta una delle piazze più belle d'Italia, in Lega Pro non ne parliamo. Adesso speriamo di gioire di tante belle cose, sono orgoglioso di guidare ancora questa macchina e spero di dare le soddisfazioni che merita questa piazza, ci adopereremo per il miglioramento di tante situazioni, ho avuto garanzie». Obiettivo della prossima stagione sarà migliorare quella appena conclusa: «Dalla salvezza abbiamo pensato ad altro, poi di nuovo ci siamo guardati verso il basso, è stato un anno strano. Pensiamo a qualcosa di importante ma senza illudere nessuno, in questo momento non sarebbe corretto. Non posso dire andiamo in Serie B, posso dire che vogliamo essere divertenti, empatici e crescere ancora, che significa arrivare tra le primi dieci. Credo sia il sogno di tutti, poi sarà il campo a dare il responso, come sempre».