Messina

Giovedì 31 Ottobre 2024

“Bastardi” in campo a Lipari. Catalano: «Solo Scoglio poteva allenarci»

“La partita dei ricordi” allo stadio “Franchino Monteleone” di Lipari ha chiuso la prima edizione de “I Bastardi di Scoglio”, evento organizzato dall’associazione “Gli amici del presepe” del presidente Raffaele China (con i figli Vincenzo e Michele), promossa da Gaetano Orto, con la collaborazione della Federalberghi locale presieduta da Cristian Del Bono e con il patrocinio del Comune eoliano. Tre giorni (6-9 giugno) dedicati all’indimenticato allenatore, scomparso il 3 ottobre 2005 mentre era ospite in una trasmissione televisiva della rete Primocanale di Genova, altra città che, come Messina, lo ha accolto e amato. Con maglie gialle e rosse, e al centro la foto del “Professore”, le due squadre si sono affrontate in onore del compianto tecnico: da un lato le vecchie glorie, i “bastardi” Antonio Bellopede, Vincenzo Di Palma, Romolo Rossi, Carmelo Mancuso, Enrico Vendittelli, Peppe Catalano, Luciano Orati e Alberto Diodicibus, con i giocatori di oggi Vincenzo Plescia e Domenico Franco e il direttore sportivo Domenico Roma e, dall’altro lato, una selezione di amici, giovani eoliani ed ex compagni di Scoglio. Una vera festa in campo, con il piacere di rivedere insieme i protagonisti di un Messina che giocava, divertiva e vinceva e, anche oggi, 40 anni dopo ma con una tecnica sempre intatta, hanno regalato emozioni. Una manifestazione di ricordi, aperta dalla mostra fotografica curata da Francesco Saya con “Gazzetta del Sud” media-partner e, poi, la tavola rotonda sulle “Frasi storiche del professore Scoglio”: «Una bellissima iniziativa e giorni stupendi. Per noi è una festa, come se il tempo non fosse mai passato. Speriamo che il Professore venga sempre ricordato perché lo merita e portava in alto il nome di Messina e Lipari», ha affermato l’ex giallorosso Peppe Catalano, il numero 10 di mister Scoglio: «L’ho conosciuto ad Agrigento e l’ho apprezzato come allenatore. Mi ha migliorato e poi a Messina la gente mi ha sempre sostenuto. Un grande allenatore in Italia e all’estero, ovunque ha lasciato il segno». Il segreto di quel gruppo? «Non eravamo facili da seguire, solo lui poteva allenare quella squadra e ottenere risultati – ha concluso Catalano –. Con un altro non avremmo vinto, noi sì, perché eravamo “bastardi” dentro».

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