Discorso playoff chiuso? La sconfitta interna con il Foggia certamente complica le cose, ma con cinque partite ancora da giocare tutto può succedere. Guardando alla classifica, i quattro punti di divario dal decimo posto occupato proprio dal Foggia, con gli scontri diretti a sfavore (quindi -5 dif atto), lasciano comunque aperte le porte della speranza ma fare conti è un gioco che difficilmente può tornare utile a questo Messina, abituato a trovare solo al proprio interno le energie mentali e morali per venire fuori dai momenti meno positivi, ribaltando anche pronostici che lo davano per spacciato.
Conferme e protagonisti. La battuta d’arresto con il Foggia lascia l’amaro in bocca per più ragioni. Un primo tempo straordinario e una cornice di pubblico unica con le oltre settemila presenze e il sold out raggiunto non sono bastate a evitare un secco 0-3, risultato troppo pesante nel divario. Le conferme nei singoli sono arrivate da elementi come Fumagalli, Zunno ed Emmausso, mentre sulla sponda pugliese la differenza l’hanno fatta un super Perina che ha parato tutto e un Millico ispiratissimo che partendo dalla sinistra, ha creato spesso superiorità sfruttando gli spazi tra le linee. Le espulsioni e gli svarioni difensivi dei locali hanno fatto il resto.
Fare o leggere la partita. Ma partiamo del presupposto che anche questa volta, come in altre, il Messina ha disputato una buona parte di partita, nello specifico un primo tempo da urlo, salvo poi non riuscire a raccogliere punti o raccogliere meno di quanto meritato, anche per ingenuità proprie. Leggasi doppia espulsione nella ripresa, soprattutto. Ci può stare la leggerezza purché non diventi “abitudine”, specie dopo un intero campionato. Inoltre, in un momento così importante nel quale si lavora su un definitivo salto di qualità, rischiano di fare la differenza in negativo. Come invece l’hanno fatta al contrario cinismo, lucidità e maturità del Foggia. Abile a leggere i momenti della partita, di fatto facendola lasciando giocare l’avversario.
Filo dei numeri da ritrovare. Ci sono poi dei numeri che, proprio dopo lo “strano” ko interno contro i rossoneri, vanno esaminati, considerati e affrontati in un’ottica di crescita. Quella con il Foggia è stata la settima sconfitta interna dell’Acr, per 22 punti al “Franco Scoglio” frutto di sei vittorie e quattro pareggi in 17 partite, contro i 19 in 16 gare esterne. La vittoria interna manca da più di un mese, giornata numero 26, 2-0 sul Sorrento. Da allora sono stati ottenuti sei punti in sette partite, con un bilancio di due punti nelle ultime quattro disputate e il successo che manca da quattro turni (1-3 a Brindisi, 29esima giornata).
E adesso? Spunti dal passato. All’orizzonte la difficile trasferta in casa della capolista Juve Stabia. Sulla carta proibitiva ma, come già detto, il Messina ha tirato fuori il meglio quando aveva meno da perdere, quando veniva data quasi per spacciata, conquistando risultati pesanti. Basti pensare a Crotone, Caserta, Avellino e Benevento. E invece, in alcune circostanze, ha magari sentito il “peso” di dovere e potere compiere passi che avrebbero potuto proiettarla verso altri orizzonti. Ci può stare: fa parte del percorso di una squadra che si è compattata nelle idee e nella forma fisica strada facendo. E anche perché, di fatto fin qui, il Messina è stato messo sotto davvero da pochissimi. Forse solo da Sorrento e Taranto all’andata. Dunque coraggio! La regular season si concluderà con le sfide interne con Monterosi (35esima giornata, il 7 aprile) e Potenza (37esima giornata, 21 aprile), e con quelle esterne a Catania (derbyssimo il 14 aprile) e Monopoli (27 aprile, ultima giornata).
Messina, ripensandoci è un vero peccato
Ora le ultime cinque gare in cui dimostrare il valore di quanto costruito, con coraggio
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