Idee chiare, sei mesi come se fossero l’infinito: riecco Marco Rosafio, in quella terra che lo ha lanciato, voglioso di vestire i colori che più di ogni altri lo hanno fatto sentire calciatore. Ieri ha ricalcato, seppur in abiti borghesi, il terreno del “Franco Scoglio” per la presentazione ufficiale della sua seconda esperienza a Messina.
Arriva in prestito, sullo Stretto per volontà specifica e “scartando” diverse altre realtà, anche prestigiose come quella siciliana, magari più ambiziose per la classifica attuale. Ma non hai mai avuto dubbi: «Ringrazio il presidente Pietro Sciotto per lo sforzo che ha fatto, ma anche la Spal che ha capito le mie esigenze così il mio procuratore che ha compreso la scelta - ha detto esordendo davanti ai microfoni -. In un elenco di fattori che mi hanno riportato qui, in cima c’è la mia volontà di tornare dove sono stato bene, dove conosco il mister, il direttore, il presidente. Sapere cosa chiedono e cosa si aspettano da me è importante, in un mercato particolare come quello di gennaio, accorcia i tempi di ambientamento perché adattarsi non è mai facile. Ho bisogno di fare bene e sentirmi vivo, di tornare a dimostrare il mio valore, come ho già fatto qui anni fa. La gente se lo ricorda e la ringrazio per il grande affetto che mi è stato manifestato nelle ultime ore». Ritrova anche alcuni ex compagni: «Ho sentito Lia e Manetta, mi hanno spinto pure loro».
Al momento, il contratto prevede solo sei mesi di permanenza. Il presente è l’unico frammento su cui sintonizzarsi: «In questo periodo rappresenterò Messina e devo lottare per gli obiettivi da raggiungere, non penso al dopo anche perché non si sa mai. Voglio dare una mano alla squadra, aiutare i giovani a crescere, mettere il mio bagaglio a disposizione del club».
Dalla prima volta in riva allo Stretto, sul piano personale è cambiato ovviamente: «Mi sono evoluto come calciatore e come uomo, vivere certi spogliatoi ti fa crescere, ho cercato di captare i segreti ai più grandi che ora spero a mia volta di trasmettere». Obiettivi? «Partiamo dalla salvezza, ho giocato sia per questo che per fare altro, so adattarmi alle situazioni. Su quello che dobbiamo fare non mi voglio sbilanciare, voglio essere realista. A oggi, per la condizione di classifica, la missione è salvarci il prima possibile. Lavorare con la testa, sulla mentalità. Anche alla Spal giocavamo per tirarci fuori dal basso, la differenza è stato il colpo ritrovarci lì in maniera inattesa».
Sul Messina e sul girone C: «Ho visto qualche partita, un atteggiamento giusto. Conosco questo raggruppamento, quest'anno è più tosto perché sono tutte attrezzate. Con mister Modica in passato abbiamo sofferto con le squadre che si chiudono e fanno densità. Il nostro approccio deve essere giocare, poi il risultato arriva, magari non le vinci tutte ma ti diverti e fai divertire la gente, porti il pubblico dalla parte tua ed è bello perché diventa un’arma in più». Infine sul piano personale, con 300 minuti giocati nel primo scorcio di partita e 50 massimi su singola gara: «Devo ritrovare il ritmo ma sono pronto e determinato».
Rosafio: "Ho rivoluto Messina perché so che cosa può darmi"
Sei mesi in prestito dalla Spal ma già pienamente concentrato sugli obiettivi
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