Come un film già visto. Il 2023 del Messina porta in dote una miracolosa salvezza firmata (ancora una volta) da un messinese, un’estate ricca di dubbi, ripensamenti, trattative e paure e una prima parte della nuova stagione non semplice. Stavolta, però, con un progetto tecnico identificabile, seppur non scevro di polemiche e risultati altalenanti.
La rivoluzione di gennaio
Il Messina è ultimo, a -12 dalla Gelbison che sarebbe salva senza passare dai playout. Situazione sportivamente drammatica. Gennaio, però, fa rima con rivoluzione: arriva il ds Pasquale Logiudice, Ezio Raciti affianca Cinelli e abbraccia Ermanno Fumagalli, batte subito la Virtus Francavilla e poi accoglie anche Kragl, Perez e Ferrara, con il tedesco subito in gol nella sfida salvezza con la Viterbese vinta 3-1. Ibou Balde stende l’Avellino e gennaio si chiude con il prestigioso 1-1 con l’incontrastata capolista Catanzaro.
La prova del 9
Nino Ragusa è il colpo a sensazione (presto ribattezzato il “Maradona della Serie C” di un mercato completato dagli arrivi di Helder Balde, Celesia, Salvo e Ortisi. È un Messina da trasferta: pari in rimonta con il Giugliano, vittorie con Gelbison (doppietta di un super Kragl) e Latina; in casa, invece, ko di misura con Audace Cerignola e Monopoli e pari senza reti con la Fidelis Andria.
Rush finale
Altro buon punto in casa del Monterosi e Messina per la prima volta fuori dai playout dopo le vittorie firmate Ibou Balde contro Pescara e Potenza. Le sconfitte con Turris e Foggia e il pari di Picerno cambiano tutto. Ancora una volta. La vittoria con la Juve Stabia firmata da Ferrini dà ancora speranze di salvezza diretta, ma nell’ultima giornata si va a Taranto.
Paura e delirio
Allo “Iacovone” il Messina spreca la grande occasione con Kragl che si fa parare il primo rigore concesso in stagione ai biancoscudati. Lo 0-0 vale il playout con la Gelbison, ma la sosta porta scompiglio. L’intervallo della gara di Taranto è turbolento, i telefoni “scottano”, Raciti non c’è alla ripresa degli allenamenti, ma poi la questione rientra. Risultato? Messina inerme e battuto 1-0 dalla Gelbison. Il resto è storia: la zampata di Nino Ragusa e i miracoli di Fumagalli in un “Franco Scoglio” colmo di gioia valgono la salvezza.
Sciotto lascia… anzi no
Il presidente Sciotto mette il Messina in vendita e annuncia che non iscriverà la squadra in Serie C in caso di mancata cessione. Trascorrono i soliti mesi, tra incontri con il sindaco Basile e l’estenuante trattativa con Fabrizio Mannino, fatta di colpi bassi, tentennamenti e ripensamenti. Alla fine nulla cambia: Sciotto resta in sella al suo Messina e perfeziona l’iscrizione al campionato.
Ritorno al passato
È solita corsa contro il tempo. Il nuovo allenatore è Giacomo Modica, il direttore sportivo è Domenico Roma e la rivoluzione è ancora dietro l’angolo: salutano quasi tutti i protagonisti della salvezza, restano solo Fumagalli, Ferrara, Ragusa, Ortisi e Salvo, arrivano alcuni over in cerca di riscatto e tanti under in attesa di consacrazione.
Avvio promettente
Il Messina debutta con i pareggi contro Audace Cerignola e Turris, perde a Francavilla, batte l’Avellino e va ko anche in casa del Sorrento. Ma, al di là dei risultati, piace il gioco espresso dalla squadra che pareggia con la Casertana e batte il Giugliano, ma si inceppa dopo l’1-1 di Picerno. Arrivano 6 sconfitte in sette partite che confermano i dubbi sulla bontà di parte della rosa a disposizione di Giacomo Modica.
La “chicca” del derby
11 punti in classifica, come l’anno precedente con Auteri in panchina, ma il Messina ha la forza di rialzarsi. Vince lo scontro diretto in casa del Monterosi e batte anche il Catania per 1-0 con la rete di Emmausso: la grande gioia per i tifosi che non hanno mai fatto mancare il proprio apporto alla squadra, prima dei pareggi con Potenza e Monopoli che chiudono il 2023.