La truffa in quella gara di trasporti marittimi del 2015 ci fu. Il reato di falso è invece prescritto. Mentre la frode in pubbliche forniture non è stata ritenuta sussistente, da qui l'assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”. Ecco l'esito complesso del processo “Alto mare”, nato dall'inchiesta che nel 2020 portò al sequestro di tre traghetti - “Pace”, “Caronte” e “Ulisse” -, della compagnia di navigazione Caronte&Tourist Isole Minori spa, che erano impiegati nei collegamenti La Maddalena/Palau, Trapani/Isole Egadi e Palermo/Ustica. Questo sul presupposto che le navi fossero prive delle necessarie strutture adatte per le “persone a mobilità ridotta” come i disabili, gli anziani, le gestanti.
E' stata la giudice monocratica Adriana Sciglio a decidere la sentenza nel tardo pomeriggio, dopo un processo molto complesso che ha visto contrapporsi le tesi della Procura, con il pm Roberto Conte, e del pool di legali che hanno assistito la compagnia di navigazione, gli avvocati Alberto Gullino, Antonio Roberti, Francesco Mucciarelli, Francesco Bertorotta, Marta Lafranconi e Carmelo Peluso. Per parecchie udienze, tra perizie tecniche e lunghe testimonianze in aula.
Erano quattro gli imputati di questi procedimento (le qualifiche si riferiscono all'epoca dei fatti): Sergio La Cava, come amministratore della N.G.I. Spa, che fu incorporata nel 2017 dalla Caronte&Tourist Isole Minori spa; Luigi Genghi, consigliere e amministratore della N.G.I. Spa; Edoardo Bonanno, ad di Caronte & Tourist Isole Minori spa; e il noto imprenditore messinese Vincenzo Franza, nella qualità di presidente di Caronte&Tourist Isole Minori spa. I reati ipotizzati erano la truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, la falsità ideologica e la frode nelle pubbliche forniture ai danni della Regione Siciliana. Nel procedimento era poi coinvolta come persona giuridica anche la società di navigazione.
Dall'incastro quindi del ragionamento complesso della giudice Sciglio l'unico ad essere condannato è stato La Cava, a 2 anni (pena sospesa) e solo per la truffa, mentre gli altri tre amministratori - che rispondevano solo di frode in pubbliche forniture - con l'assoluzione “escono” definitivamente dal processo. Lo stesso La Cava ha registrato assoluzione e prescrizione per la frode in pubbliche forniture e il falso. La giudice Sciglio ha poi comminato una multa di 70 mila euro alla compagnia di navigazione, e ha confermato il sequestro di beni deciso a suo tempo per La Cava in solido con la società Caronte&Tourist Isole Minori spa.
Il pm Conte aveva chiesto condanne per tutti e quattro gli amministratori e una multa molto più cospicua per la società di navigazione.
Il nocciolo della questione è probabilmente dovuto al fatto - bisognerà ovviamente leggere le motivazioni tra 90 giorni per capire di più -, che la giudice ha considerato “viziata” dalla truffa la gara regionale dei trasporti marittimi cui partecipò nel 2015 la N.G.I. spa di La Cava (poi incorporata dalla Caronte&Tourist Isole Minori spa), ma non la fase successiva in cui la nuova società ereditò la gestione del traffico marittimo, quando cioè la stessa N.G.I. cessò l'attività per essere inglobata.
Ecco la nota della compagnia di navigazione diffusa in serata: "Caronte & Tourist Isole Minori commenta con soddisfazione la notizia dell’assoluzione dei propri vertici - Vincenzo Franza, Luigi Genghi e Edoardo Bonanno - inquisiti per frode nelle pubbliche forniture a proposito della presunta inidoneità al trasporto di passeggeri con mobilità ridotta di alcune navi della flotta sociale. Al contempo la compagnia si dichiara certa che Sergio La Cava, condannato nella qualità di AD della Ngi, riuscirà nei successivi gradi di giudizio a dimostrare l’assoluta assenza di dolo nei propri comportamenti".
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