Le inchieste che hanno investito l'Università e in particolare l'ex rettore Salvatore Cuzzocrea sono un argomento da sfiorare soltanto, in una mattinata da dedicare al futuro, più che al passato. Se ne parla in qualche conciliabolo tra i corridoi, ma non nella sacrale ufficialità della cerimonia in aula magna. Ma è un tema che pesa, soprattutto su chi può dirsi vittima indiretta dell'ennesima bufera mediatica: «Purtroppo questo anno accademico non si è aperto nel migliore dei modi – dice senza fronzoli Aurelio Bringheli, rappresentante della componente studentesca –, poiché nei mesi scorsi la nostra Università è finita sulle prime pagine dei giornali locali e nazionali per fatti di cronaca che ne minano il prestigio, i quali saranno oggetto di tutti gli approfondimenti del caso, ma che ad oggi rischiano solo di rappresentare un’inaccettabile pregiudizio. Il nostro titolo di studio, oltre ad un valore legale, deve anche avere un valore di mercato e ciò è dato non solo dall’effettiva preparazione che l’Ateneo brillantemente fornisce, ma anche dalla reputazione che questa Università è capace di ritagliarsi nello scenario nazionale ed internazionale».
Il rappresentante degli studenti in Senato riconosce i «passi in avanti» compiuti negli ultimi anni, ma aggiunge: «Ancora non basta». Diversi i punti toccati: dalla «possibilità di innalzare la “No Tax Area”» al tema della residenza universitaria “Matteo Bottari” di via Cesare Battisti, «chiusa dal 2007 e, ad oggi, lasciata in stato fatiscente e di degrado». Un tema che fuori dall'Ateneo un gruppo di studenti dell'Udu (Unione degli Universitari) ricorda al governatore Schifani, contestato e definito «un presidente fantasma che non si occupa di diritto allo studio». Dentro l'aula magna, inoltre, Bringheli lancia dei campanelli d’allarme emersi dal bilancio di previsione, «si eviti l’attuale riduzione del 30% per le attività sportive rispetto al 2023», così come «non possiamo condividere la scelta di ridurre del 10% le risorse per le borse di mobilità Erasmus».
Quindi il tema degli «attuali test per l’accesso ai corsi di medicina. Dispiace che non sia presente un rappresentante del Governo nazionale, al quale avremmo detto, in modo chiaro, che la nuova riforma non basta, abbiamo bisogno di un provvedimento strutturale e definitivo che metta fine ad anni di problemi ed incertezze».
Secondo Bringheli «è il momento di concentrare tutte le nostre forze per invertire la tendenza che vede svantaggiati nell’occupazione post-laurea noi studenti del Sud» e in questo «protagonista principale dovrà essere anche l’attuale amministrazione cittadina, riuscendo a garantire quel collegamento necessario tra Ateneo e territorio, degno di ogni città universitaria che si rispetti. Messina è una città universitaria? Dimostriamolo!».
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