Allo Stato italiano il Ponte sullo Stretto costerà «non più di 5-6 miliardi euro». Gli altri fondi verranno dalla compartecipazione, di fatto “obbligata”, dell’Unione europea. Lo afferma Ercole Incalza, quello che fu il super-dirigente del ministero dei Trasporti per decenni e che seguì, passo dopo passo, tutto l’iter relativo alla definizione dei Corridoi europei della Rete Ten-T. Oggi Incalza, ultrasettantenne, continua a seguire le vicende delle grandi infrastrutture italiane e fu tra gli esperti convocati in audizione davanti alle Commissioni interparlamentari, prima dell’approvazione del decreto convertito, poi, nella legge che ha riavviato le procedure della progettazione esecutiva del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente. Il professore, ingegnere e manager è intervenuto più volte in questi ultimi mesi e ora, ribadisce, sulle colonne del “Quotidiano del Sud”, che quello delle risorse occorrenti per la costruzione del Ponte è un falso problema. Secondo l’ex dirigente statale, sono tre i principali interrogativi ai quali occorre rispondere.
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