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L’attentato ad Antoci sui Nebrodi, il gip archivia l’inchiesta

L'attentato ad Antoci è senza colpevoli

Adesso è veramente una storia chiusa. Senza colpevoli. Almeno sul piano giudiziario. Quei mafiosi con le giacche mimetiche che nel maggio del 2016 cercarono di uccidere l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci in una sperduta strada di campagna, tra Cesarò e San Fratello, non hanno né un volto né un nome. Il gip di Messina Eugenio Fiorentino ha infatti accolto la richiesta di archiviazione dell’inchiesta - che vedeva inizialmente indagate 14 persone - sull’agguato, presentata nei mesi scorsi dalla Procura antimafia di Messina. E con un proprio provvedimento ha deciso che, per il momento tutto quello che c’era da fare sul piano investigativo è stato fatto.

È chiaro che l’archiviazione di questa inchiesta decisa dal gip non impedisce in futuro la riapertura del caso, se dovessero emergere elementi nuovi.

Nel suo decreto il gip Fiorentino dopo aver ricostruito l’intera vicenda sulla scorta della richiesta di archiviazione siglata all’epoca dai magistrati della Dda Vito Di Giorgio, Angelo Cavallo e Fabrizio Monaco, parla tra l’altro di «... capillare attività investigativa posta in essere dall’Ufficio di Procura - che non trascurava alcun tentativo di accertare i responsabili del gravissimo episodio delittuoso descritto, attraverso: 1) l’attivazione di una diffusa attività d’intercettazione, tanto telefonica che ambientale; 2) gli accertamenti genetici sulle sigarette rinvenute rinvenute sul luogo dell’agguato; 3) lo studio dei tabulati del traffico registrato dagli impianti radioelettrici che garantivano la copertura del segnale di telefonia mobile nell’area geografica interessata dall’evento delittuoso, ovvero quella ricompresa tra i Comuni di San Fratello, Cesarò e San Teodoro, nell’arco temporale compreso tra le ore 20.00 del 17 maggio 2016 e le ore 03.00 del 18 maggio 2016; 4) l’escussione di numerosi soggetti - non consentiva tuttavia di fare luce sul movente e sui responsabili dell’attentato in oggetto».

Perché il gip ha disposto l’archiviazione? Perché «... le articolate motivazioni poste dall’Ufficio di Procura a fondamento della presente richiesta appaiono pienamente condivisibili», ed anche perché «... l’avvenuta esplorazione di ogni possibile spunto investigativo, non consente di ravvisare ulteriori attività compiutamente idonee all’individuazione di alcuno degli autori dei delitti contestati».

Lo scenario che oggi si palesa sui Nebrodi rispetto a quando ci fu l’agguato è però profondamente diverso. Giuseppe Antoci, che ha fatto fare le valigie alle famiglie mafiose e ai loro guadagni milionari con i terreni, non è più presidente di quel Parco. Il vice questore Daniele Manganaro, che dirigeva il commissariato di S. Agata Militello e intervenne pochi minuti dopo con i suoi uomini, salvandogli la vita, è stato trasferito. Due poliziotti del commissariato di S. Agata Militello come Tiziano Granata e Rino Todaro, sono morti. Ma Cosa nostra, invece, in zona, ci è sicuramente rimasta.

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