Una crisi che sembra infinita quella che ormai da tempo ha travolto il settore edile. I numeri nella nostra provincia continuano a confermare il trend negativo tra numero delle gare aggiudicate più che dimezzate nell’ultimo triennio ed un valore degli importi passato da 121.946.699 euro del 2015 a 21.684.274 euro del 2018. Dall’analisi dei dati forniti dalla Cassa Edile risulta che il numero dei lavoratori iscritti nel periodo tra ottobre 2017 e marzo 2018 ha subito un decremento di circa il 50% rispetto al periodo ottobre 2011-marzo 2012: gli iscritti sono stati 4.767 nel periodo ottobre 2017-marzo 2018 e 9293 da ottobre 2009 a marzo 2010. Il numero delle imprese iscritte alla Cassa edile è passato da 2.322 (ottobre 2011-marzo 2012) a 1.436 (ottobre 2017-marzo 2018). Il monte salari denunciato ha registrato una flessione anche in questo caso del 50%, passando da 42 milioni di euro del periodo ottobre 2009-marzo 2010 ai 21 milioni di euro per il periodo ottobre 2017-marzo 2018.
La Filca Cisl di Messina continua a monitorare con attenzione il settore mettendo sotto la lente di ingrandimento i primi sette mesi del 2018 che hanno visto appena 51 gare d’appalto, mentre nel 2015 erano state 167. «Nella nostra provincia – ricorda il segretario provinciale della Filca, Giuseppe Famiano – sono molte le opere già finanziate ed appaltate ma ancora ferme per motivi burocratici. Senza parlare delle opere incompiute il cui sblocco, in questo momento di crisi, darebbe una boccata di ossigeno ai lavoratori edili. Serve un intervento incisivo e determinato della classe politica per rilanciare il settore che è stato da sempre trainante per tutta l’economia messinese».
«Servono fatti, di parole ne sono state sprecate tante – aggiunge il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese – e anche noi siamo stanchi di lamentarci. Vogliamo vedere un’azione di spinta senza distinzione di colore politico. Occorre dare una spinta all’economia del settore edile messinese. Vogliamo vedere i lavoratori impegnati nei cantieri delle opere annunciate in pompa magna e mai avviati. Vogliamo non assistere più alle conferenze stampa di presentazione di un’opera, ma alla loro realizzazione e completamento. Quelle, per noi, saranno “notizie”».
Nella nostra provincia, la crisi nel settore edile ha accentuato sempre più nei cantieri pubblici e privati il continuo ricorso ai contratti part time, utilizzati per nascondere lavoro a tempo pieno, oltre la proliferazione del lavoro nero e le assunzioni con contratti diversi da quelli del settore edile. «Per riportare la legalità nel mondo del lavoro è necessario intensificare i controlli ispettivi, che in questi ultimi anni si sono ridotti al lumicino per mancanza di mezzi e risorse», hanno concluso i sindacalisti.
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