«Ormai cosa fatta capo ha, cerchiamo di capire i percorsi per alleviare il disagio». Con poche parole il sindaco Cateno De Luca fa capire ai presidi e ad alcuni sindaci della provincia, riuniti ieri a Palazzo dei Leoni, che indietro non si torna. Il percorso tracciato dalle prime tre ordinanze di chiusura delle scuole (una da sindaco metropolitano, due da sindaco di Messina) va avanti. Con una quarta ordinanza, che verrà emanata oggi. I contenuti di massima sono stati illustrati ieri mattina, durante la conferenza scolastica provinciale, ma poi i dettagli sono stati limati nel corso di un incontro di quasi due ore, tenutosi ieri sera tra il sindaco ed il prefetto Maria Carmela Librizzi. “Sanato” l’incidente diplomatico dell’assenza di De Luca alla riunione di venerdì mattina, sindaco e prefetto hanno messo mani alla nuova ordinanza. Che verrà emanata non più ai sensi dell’art. 50 del Testo unico enti locali, ma dell’art. 54. Dettagli burocratici, si dirà, ed è vero. Ma la differenza è sostanziale: l’art. 54 “veste” il sindaco del ruolo di ufficiale di governo, subordinandolo però proprio al prefetto. Di fatto, il provvedimento che vedrà la luce ufficialmente stamattina sarà il primo concordato tra le due figure istituzionali più importanti della città.
E sarà il primo provvedimento che aprirà concretamente all’ipotesi di riaprire le scuole in tempo utile per l’inizio delle lezioni del 12 settembre. Stavolta, però, vengono chiamati in causa in prima persona i dirigenti scolastici. Loro, insieme ai vigili del fuoco e ai dirigenti di Comune e Città metropolitana, istituiranno un tavolo tecnico. Entro il 9 settembre, dovranno essere rese note le risultanze del tavolo tecnico, che verterà sull’adozione delle cosiddette “misure compensative” previste da una circolare del marzo scorso, figlia di un decreto del ministero dell’Interno (vedi scheda a fianco). In sintesi, sono quelle misure che le scuole sono chiamate ad adottare per “compensare”, appunto, l’assenza del certificato antincendio. Se i presidi presenteranno un piano convincente (oppure verrà individuata dai tecnici di Comune ed ex Provincia una struttura alternativa dove svolgere le lezioni) entro il 9 settembre, allora il 12 si potrà ricominciare regolarmente.
In caso contrario, gli istituti non in regola resteranno chiusi e potranno sperare di riaprire il 25 settembre, data però solo indicativa perché legata all’eventuale approvazione alla Camera del decreto “Milleproroghe”. Il decreto che rinvia alla fine dell’anno l’obbligo di possesso della certificazione antincendio. Parallelamente, verrà avviato e, sostiene De Luca, concluso nel giro di 15-20 giorni, lo screening dei plessi scolastici sotto il profilo della vulnerabilità sismica. Avverrà attraverso le schede Aedes (Agibilità e danno nell’emergenza sismica), secondo un monitoraggio in cui Messina è stata scelta dalla Regione come città pilota da cui partire, per poi agire allo stesso modo in tutta l’Isola.
De Luca, nel fare il punto coi presidi ieri mattina (al suo fianco il segretario generale della Città metropolitana Maria Angela Caponetti, il vicesindaco Salvatore Mondello, l’assessore comunale alla pubblica istruzione Enzo Trimarchi ed il dirigente della Città metropolitana Francesco Roccaforte), ha messo nel mirino Roma: «Il parlamento non può continuare a fare leggi farlocche. Non è possibile che non sia stato fatto un piano straordinario con le risorse necessarie per arrivare alle soluzioni definitive. Da un lato mi minacciano velatamente di interrompere un servizio di pubblica utilità, dall’altro non vengono previste le risorse. Il martire a fondo perduto non lo faccio. Ecco perché l’ordinanza non la ritiro, anzi, la rilancio. La questione ha assunto una questione di ordine pubblico. Noi dobbiamo continuare su questa linea. Siamo riusciti ad ottenere di partire subito con lo screening da Messina. Dobbiamo poi capire: il Parlamento cosa vuole fare? Il milleproroghe può arrivare fino a dicembre, ma il Governo deve fare un provvedimento specifico: avute le risultanze, metta a disposizione le risorse e i termini li faccia slittare di tre-quattro anni. Io non ho problemi a far cominciare la scuola il 12 settembre, dove ci sono le condizioni. Non posso però pensare di revocare l’ordinanza per consentire lo svolgimento delle lezioni in un altro plesso nelle stesse condizioni di quello chiuso».
Durissimo anche il vicesindaco Mondello (che spesso ha parlato quasi come se fosse anche il vicesindaco metropolitano): «Chi finora ha fatto finta di non sapere è un criminale».
Caricamento commenti
Commenta la notizia