Lo definisce «l’ultimo colpo di teatro di Cateno De Luca». L’ex sindaco Renato Accorinti si dice preoccupato per le sorti della città: «Fare conti elettorali, soppesare le convenienze (meglio Palazzo Zanca o Palazzo dei Normanni?): De Luca gioca con Messina e i messinesi. Sicuramente non rispetta le istituzioni (né il Consiglio, né la Prefettura). E non valuta le conseguenze delle sue azioni. Fosse coerente con la sua dichiarazione, non lo rimpiangeremmo, ma rimpiangeremo il tempo che ha fatto perdere alla città e ai cittadini».
Un affondo duro, meditato in queste ultime ore. «Il deputato regionale che aveva promesso solennemente che avrebbe fatto il sindaco per 10 anni – afferma Accorinti –, rinunciando al posto di parlamentare, il sindaco-sceriffo che una ne fa, e mille ne scatascia … si dimette dopo due mesi! Se dobbiamo prendere per buone le ragioni che sbandierava, vuol dire che il sindaco proprio non lo sa fare. Al primo confronto con il Consiglio, De Luca molla la presa e dichiara che non rinuncia al seggio in Ars. Uno che il sindaco “lo sa fare” si confronta con l’Aula, spiega le sue ragioni, rispetta le prerogative del Consiglio. Oggi nel nuovo video-selfie, l’ultima novità: si dimette per andare a nuove elezioni, dichiarando anche di essere stato avvicinato con proposte di “scambi”. Questa è una notizia: dica De Luca alla città e alla magistratura quale consigliere lo ha “abbordato”. I cittadini e i garanti della legge devono sapere chi, fra i consiglieri, abusa della sua funzione e tenta di corrompere il primo cittadino».
Sotto il profilo amministrativo, secondo l’ex primo cittadino, «questi due mesi sono stati un campionario di annunci, giochi di fuoco, e vuoto operativo. Smentendo sé stesso, De Luca ha lavorato per smantellare le cose più evidenti e positive ereditate: aggressione all’Atm (con gravi disagi ai cittadini); smantellamento del Pon-Metro; proposta di azzerare il secondo Palagiustizia; ipotesi di cancellazione di Prg e Salvacolline; mancata attuazione del “primo provvedimento” annunciato (riduzione a 4 dei dirigenti comunali); eliminazione dei “quadri intermedi” istituiti dopo oltre 20 anni in un Comune in pauroso sotto-organico; infruttuosi blitz in piazzette e rioni; minacciosi videomessaggi ai dipendenti; annunci-bomba sullo sbaraccamento privi di fondamenta economiche; illogici provvedimenti di chiusura delle scuole».
E l’ex sindaco ci tiene in particolare a questi ultimi due temi, risanamento e scuole. «Sul risanamento – afferma – De Luca non ha inventato nulla. L’amministrazione Accorinti aveva chiesto e ottenuto che i fondi regionali fossero destinati all’acquisto di case per demolire le baracche. Sempre l’amministrazione Accorinti, avendo vinto col progetto Capacity il bando Periferie, aveva realizzato la sottoscrizione dei primi contratti di acquisto case per i baraccati e l’abbattimento delle prime strutture. Per le scuole, la nostra Amministrazione – prosegue Accorinti – aveva stanziato nel Masterplan 11,5 milioni per il piano integrato di verifica sismica e vari interventi di messa in sicurezza e costruzione di plessi. Con un atto di maleducazione istituzionale, De Luca non partecipa al vertice in Prefettura. Fatto grave perché, non essendo sostituito da alcuno come sindaco metropolitano, ha lasciato soli e senza referente apicale il prefetto e i sindaci. E il prefetto, che si fa garante dell’avvio delle lezioni entro il 12, ha messo il sindaco di fronte alle sue responsabilità e ai suoi obblighi».
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