Il richiamo, forte e irresistibile, delle radici. E non c’è tempo o distanza geografica che tenga. Un senso di appartenenza che si mantiene vivo e anzi viene alimentato grazie anche ai racconti, ai ricordi e alle tradizioni di famiglia. Decidi quindi, una volta incontrato l’amore, di celebrare questa unione lì dove quelle radici hanno avuto origine per diramarsi poi lontano, molto lontano, senza però mai assottigliarsi. È la storia di Matteo Maniatty, quarantaduenne italoamericano di quarta generazione (va sottolineato: quarta generazione) che ha scelto, per onorare le origini e la memoria, di sposare la sua Whitney a Massa San Giovanni. Il paese da cui partirono, nei primissimi anni del ’900, i bisnonni materni, Antonino Ruggeri e Rosa Costa, col sogno di costruirsi un futuro al di là dell’oceano, in America. Si stabilirono in Massachusetts, dove aprirono un negozio di alimentari, uno “store”.
Ma il legame con Messina e il piccolo villaggio collinare non è mai stato reciso. «Sono cresciuto immerso nella cultura del Bel Paese – spiega nel suo ottimo italiano, perfezionato durante il periodo di studio trascorso vent’anni fa a Firenze –, tutte italiane sono le tradizioni che abbiamo a casa, consuetudini che a volte – aggiunge sorridendo – i miei amici hanno difficoltà a comprendere». Come il pranzo domenicale – rigorosamente a base di sugo di pomodoro, quello preparato secondo la ricetta originale dalla mamma Marcella, il ritratto, affermano i cugini di Massa S. Giovanni, di nonna Rosa – che vede tutti riuniti attorno alla tavola. Per ore, come la tradizione siciliana vuole. «Il legame con le mie origini è sempre stato forte – prosegue Matteo, che da anni vive a New York dove lavora, come stilista, nel settore della moda –. Anche per questo motivo quindi ho deciso di completare gli studi in Italia. Da Firenze partivo ogni week end per Massa, per stare con i miei cugini». E poi, anni dopo, il ritorno, con Whitney: «Lei è innamorata di questo Paese e ha accettato con gioia la proposta di sposarci in Sicilia».
E immensa è stata la gioia dei cugini messinesi: «Siamo tutti un’unica grande famiglia, nonostante la distanza – sottolinea Angela Ruggeri, cugina di quarto grado di Maniatty – e la scelta di Matteo ci ha profondamente commossi». Un’emozione che ha contagiato tutta la comunità di Massa San Giovanni, felice di ritrovare, in questa occasione, i “compaesani” americani. Il matrimonio è stato celebrato ieri, nella chiesa di San Giovanni Battista, una liturgia bilingue quella officiata da padre Giuseppe Giunti e padre John Abraham Mwashimaha. Circa novanta gli invitati giunti dagli Stati Uniti. Già oggi Matteo e Whitney saluteranno il villaggio dei bisnonni. Destinazione le Maldive, dove trascorreranno la luna di miele. Ma si tratta soltanto di un arrivederci. «Ritorneremo. I nostri figli conosceranno certamente l’Italia e parleranno l’italiano. Il mio desiderio è che sentano di appartenere a questo Paese, così come lo sento io».