Indietro non si torna. Almeno per ora. Le scuole rimangono chiuse, l’ordinanza del sindaco De Luca resta in vigore. E l’ipotesi che le prime campanelle in città ricomincino a suonare qualche settimana (almeno) dopo la data fissata del 12 settembre prende sempre più corpo. Anzi, ad oggi pare improbabile che le lezioni possano iniziare prima di ottobre. Anche alla luce di quanto emerso dalla riunione di ieri a Palermo, convocata dal presidente della Regione Nello Musumeci. Maggiori indicazioni potranno giungere da un’altra riunione, quella prevista per stamattina in prefettura, quando finalmente il sindaco ed il prefetto Maria Carmela Librizzi si confronteranno sulla questione. L’intenzione di De Luca è di convocare per la settimana prossima la conferenza provinciale scolastica. E di far sedere allo stesso tavolo tutte le parti in causa, dalla Protezione civile ai vigili del fuoco, dal Genio civile all’ispettorato.
Il vertice a Palermo
«La riunione di oggi prende spunto dall’ordinanza del sindaco De Luca a Messina». Avrebbe esordito più o meno così, il governatore Musumeci, ieri pomeriggio a Palazzo d’Orleans. C’erano anche i sindaci delle altre città metropolitane, i rappresentanti dei Liberi consorzi, gli assessori regionali all’Istruzione Roberto Lagalla e alle Infrastrutture Marco Falcone, il presidente dell’Anci Sicilia, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale ed il dirigente regionale del dipartimento Istruzione e formazione professionale. «Costituiremo una unità di crisi che si riunirà ogni venti giorni – ha detto Musumeci – . Abbiamo bisogno di nuovi tecnici, di un confronto con i prefetti e i comandanti dei vigili del fuoco. Noi ci facciamo carico delle nostre responsabilità, non possiamo farci carico di quelle dei sindaci. Ma insieme sono convinto che entro qualche anno potremo uscire da questa emergenza». Sarà proprio Cateno De Luca il rappresentante, designato dal presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando, delle città metropolitane nell’unità di crisi.
Messina “pilota”
Ma le novità sono anche altre. «Il ministero dell’Istruzione ha chiamato la Regione per capire cosa stia accadendo a Messina – spiega De Luca, a riunione finita –, ed il dirigente regionale mi ha chiesto di revocare l’ordinanza. Ma l’ordinanza non la revocherò finché non avrò la certificazione che non ci sono rischi sotto il profilo sismico». E questo potrebbe accadere prima di quanto si possa pensare. Messina, infatti, è stata individuata come progetto pilota per la redazione della cosiddetta scheda Aedes (vedi approfondimento), occasione per ottenere uno screening immediato sulla vulnerabilità sismica degli edifici. «La prossima settimana – continua De Luca – definiremo le modalità operative. Domani (oggi per chi legge, ndc) faremo un ulteriore punto per creare un gruppo di lavoro che si dedichi esclusivamente al parco progetti». E qui si tocca un tasto dolente spesso evocato. «Siamo stati bacchettati dall’assessore regionale alla pubblica istruzione La Galla per non aver presentato istanze idonee in occasione dei vari bandi regionali, che hanno messo a disposizione centinaia di miioni di euro per queste finalità». Un aspetto, questo, che andrà chiarito, perché la precedente Amministrazione ha sempre sostenuto il contrario.
La partita romana
Un nodo cruciale va sciolto a Roma, non a Palermo. E riguarda la proroga al 31 dicembre delle scadenze invece previste per il 31 agosto riguardanti le certificazioni antincendio e di vulnerabilità sismica. Certificazioni obbligatorie per tutti gli istituti scolastici. Il rinvio, inserito nel Milleproroghe, è stato già approvato dal Senato, ma attende l’ok della Camera. «È stato definito un documento – racconta De Luca – che il presidente Musumeci invierà al Governo sottolineando la necessità della proroga». Poi il sindaco ribadisce: «Fino a quando non avrò la certezza che queste norme saranno passate, non revocherò l’ordinanza. Se a Messina le scuole inizieranno ad ottobre, con recuperi a giugno, qual è il problema?
Caricamento commenti
Commenta la notizia