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Micale, tra i protagonisti dell'ultimo ventennio

Micale, tra i protagonisti dell'ultimo ventennio

Fino a poche settimane fa Aurelio Micale, conosciuto nell’ambiente criminale di Barcellona con lo pseudonimo di “chiocchio”, tanto che alcuni collaboratori ne indicano solo il soprannome, si trovava rinchiuso al “41 bis”, in regime di carcere duro, relegato in isolamento nell’ala di massima sicurezza del carcere di Novara. Infatti nello scorso mese di marzo, mentre era ristretto nel carcere di Tolmezzo, in Carnia nell’alto Friuli, con decreto dell’allora ministro della Giustizia, Andrea Orlando, era stato destinato al circuito dell’alta sicurezza previsto dall’ordinamento penitenziario. Di certo il nuovo regime carcerario e le prospettive di vita avranno influito sulla decisione di Micale di intraprendere il percorso della collaborazione con l’autorità giudiziaria per i fatti di mafia che hanno riguardato gli ultimi 20 anni di storia recente vissuti sul martoriato territorio di una città che resta ancora ostaggio delle azioni scellerate della mafia.

Aurelio Micale, infatti, nonostante la giovane età (ha 40 anni) oltre all’omicidio di Giovanni Isgrò, l’ultimo della serie commesso il 1° dicembre 2012 nel salone da barba di Barcellona e al quale presero parte oltre allo stesso Micale, il secondo sicario Domenico Chiofalo, e gli altri sodali che collaborarono al delitto che sono Antonino Calderone (del 1988), Antonino “Caiella” Calderone (del 1975) e Franco Munafò, è accusato di aver partecipato, accompagnando e prelevando dai luoghi dei delitti Antonino Calderone inteso Caiella, al “commando” che a Barcellona ha ucciso altre cinque persone: Giovanni Catalfamo, avvenuto il 29 settembre 1998, che sarebbe stato commesso assieme ad Antonino Calderone inteso “Caiella” e dai fratelli Carmelo e Francesco D’Amico; omicidio Antonino Sboto al quale furono anche mozzate le mani, avvenuto il 3 maggio 1999, a cui parteciparono Antonino “Caiella” Calderone, ed i fratelli Carmelo e Francesco D’Amico; omicidio Fortunato Ficarra, avvenuto a Santa Lucia del Mela il 1° luglio 1998, a cui presero parte Antonino “Caiella” Calderone, Pietro Nicola Mazzagatti ed i fratelli Carmelo e Francesco D’Amico; omicidio Mimmo Tramontana, avvenuto il 4 giugno 2001 a Calderà, al quale parteciparono anche Salvatore “Sem” Di Salvo, Pietro Nicola Mazzagatti e Angelo Caliri; omicidio Carmelo De Pasquale, avvenuto il 5 gennaio 2009, del cui gruppo che decisero e ed eseguirono il delitto ci sarebbero stati Carmelo Giambò, Antonino “Caiella” Calderone, Domenico Chiofalo, ed i fratelli Carmelo e Francesco D’Amico e Franco Munafò. L’apporto che il nuovo collaboratori giustizia potrà dare per far luce su questi e altri delitti avvenuti nell’ultimo ventennio è considerato da inquirenti ed investigatori fondamentale. (l.o.)

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