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In Francia inseguendo l'amore per la ricerca

In Francia inseguendo l'amore per la ricerca

«Chi fa ricerca non ha orari. Può capitare che alcuni giorni non si abbia particolare ispirazione e non si raggiungano obiettivi di rilievo, ma per la maggior parte delle giornate, mentre si studia ampliando la conoscenza nel proprio campo, si può essere talmente presi da non accorgersi del passare del tempo anche fino a notte fonda». Basterebbero queste parole, dette con quella soddisfazione che ha nella voce e nel cuore solo chi ama davvero il proprio lavoro, a descrivere la grande passione di Carlotta Giacobbe per la sua professione.

La giovane ricercatrice messinese, classe 1984, che vanta una quarantina di pubblicazioni scientifiche su riviste di rilievo internazionale e numerose partecipazioni come relatrice a prestigiosi congressi del suo settore, attualmente lavora presso il centro di ricerca “European Synchroton Radiation Facility” (ESRF) di Grenoble, in Francia. Il lavoro di Carlotta si divide sostanzialmente in due parti: la prima consiste nel supportare i professionisti (personalità accademiche, ma anche lavoratori di industrie private) che si recano presso il centro di ricerca per fare degli esperimenti, l’altra consiste nella tanto amata ricerca condotta personalmente.

Carlotta si occupa in particolare di sviluppare tecniche di nanodiffrazione per studiare fibre naturali. Tra queste, fibre di amianto grezze e trovate in polmoni di persone morte a causa di tumori ai polmoni. L’obiettivo è quello di capire quali sono le trasformazioni che avvengono all’interno della fibra per spiegare i meccanismi che portano allo sviluppo di cancri, mesoteliomi e asbestosi.

Diplomata al liceo classico Maurolico di Messina, Carlotta ci tiene a sottolineare che «la formazione classica fornisce davvero un metodo di studio adatto a qualunque tipo di carriera. Molti miei compagni di scuola – racconta – hanno avuto successo non solo nell' ambito letterario, ma anche negli ambiti di tipo scientifico, economico ed artistico. Può sembrare un cliché, ma per quella che è la mia esperienza diretta posso dire che senza dubbio la formazione classica aiuta a raggiungere quell'ampia flessibilità che nella vita può risultare determinante per inventarsi e reinventarsi in qualunque campo».

Nel 2008 Carlotta ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Naturali presso l'Università di Messina, dove spiega di aver avuto «un'esperienza di studio decisamente positiva, favorita anche dal limitato numero di allievi del mio corso di laurea che ha consentito ai nostri validi docenti di seguire tutti nel migliore dei modi». Determinante è stato in particolare il lavoro svolto con la prof.ssa Simona Quartieri, che Carlotta considera la sua mentore e con la quale ha preparato sia la tesi di laurea triennale che quella di laurea magistrale in mineralogia. Un campo di ricerca quest’ultimo portato avanti da Carlotta nella sua brillante carriera e inizialmente focalizzato in particolare sullo studio dei beni culturali, in virtù di quel collegamento tra la cultura classica e quella scientifica che è stato uno dei punti di forza della ricercatrice siciliana.

Fu proprio la prof.ssa Quartieri a consigliare all’allora neo-laureata Carlotta di provare il test per un dottorato a Modena. Superato brillantemente il test e conseguito il dottorato in “Modellistica, simulazione computazionale e caratterizzazione Multiscala per le scienze dei Materiali e della vita”, nel 2012 ha ottenuto un assegno di ricerca a Como, all’Università degli Studi dell’Insubria, dove è rimasta per due anni. Dal 2014 lavora all’ “European Synchroton Radiation Facility”. Nonostante i suoi numerosi impegni riesce a coltivare anche il suo curioso hobby della pole dance.

Quello per Grenoble come quello per il suo lavoro è stato un colpo di fulmine. E in Francia Carlotta ha anche trovato l’amore, attualmente convive col suo compagno: «Non è sempre facile conciliare gli impegni lavorativi con quelli della vita privata – ammette –, anche perché devo spostarmi spesso, ma le soddisfazioni di questa professione ripagano ogni mio sforzo». Il sogno della giovane professionista messinese è quello di aprire un suo laboratorio, sempre a Grenoble. Tornare a Messina non è nei suoi progetti: «Lasciare casa per vivere da sola, prima al Nord e poi all’Estero, non è stato facile, soprattutto all'inizio, ma è stata una mia scelta e non me ne sono mai pentita. La mia decisione, però, non è stata dovuta a nessuna delusione relativa alla città di Messina, semplicemente sapevo che non era il luogo adatto per portare avanti la carriera che ho scelto. A meno che non aprano in città centri d’eccellenza del mio settore, quindi, non posso pensare di tornare in Sicilia».

Carlotta è soddisfatta della sua carriera, durante la quale essere siciliana è stato un punto di forza e non di debolezza, ma sente tanto la mancanza della sua famiglia, della sorella minore Cristiana, del papà Luigi e della mamma Vittoria Arena, che l’hanno sempre sostenuta. E se le si chiede cosa le manca di più della città dello Stretto oltre alla famiglia, risponde: «Non sono mai stata una grande amante del mare, quindi devo ammettere a mancarmi di più sono le braciole – sorride –. E anche quel po' di leggerezza nell'affrontare la vita tipica del nostro Sud che, nella giusta misura, può aiutare a vivere più rilassati».

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