I numeri nascondono la grande precarietà in cui sinora sono cresciute tante generazioni di studenti.
La sintesi estrema del report di ieri pomeriggio sulle scuole parla della conferma della chiusura di 26 plessi scolastici su 108, della riapertura di 47 e della necessità, per 45 scuole, di ridurre a 100 persone massimo la presenza nell'edificio.
A guardare bene la logica che ha mosso la riapertura di 47 plessi si nota come il dirigente del comune abbia dato il via libera solo attraverso un paio di presunzioni- si legge nella nota diffusa ieri. Il collaudo statico, per esempio, il comune sa che è stato fatto ma non ha tutte le certificazioni per poterlo provare. Per questo nella tabella delle scuole, per cosi' dire promosse o bocciate, risultano decine e decine diciture ”Non disponibile”.
La vera discriminante fra apertura e chiusura, in realtà è la certificazione prevenzione incendi, la CPI. Una legge dello stato prevede che gli edifici pubblici ne devono essere dotati se ospitano più di 100 persone contemporaneamente. Ebbene in città, fra le scuole elementari e medie, solo sei ce l'hanno e solo due solo quelle di proprietà del comune, le altre sono in affitto.
Ecco dunque come si spiega la riapertura di ben 47 plessi in città sui 108 complessivi. E' stata possibile solo perchè ben 38 su 47 non hanno un numero di alunni e professori che superino le 100 unità. Quindi non serve la certificazione incendi e perciò possono esser riaperte. Ma parliamo di plessi scolastici con 15, 30, 60 alunni ciascuno, non di grandi scuole ma di piccole sezioni. Le scuole con grande popolazione scolastica quelle, ad oggi, sono nei guai. Le 26 completamente chiuse sviluppano un numero di circa 3400 alunni, ben più delle 47 che sono state riaperte. E poi, alla fine dei conti, anche le turnazioni imposte agli altri istituti scolastici, altro non sono che chiusure di fatto. Infatti in questa lista ci sono buona parte dei plessi più grandi, quelli che sviluppano 300, 500 ma anche 1000 alunni. Imporre di fare lezione 100 per volta significa bloccare l'attività scolastica e garantire il diritto allo studio si e no due volte la settimana. Praticamente anche queste grandi scuole sono chiuse.
Resterà tutto così? Con ogni probabilità no, visto che la politica sta cercando di trovare una soluzione che contemperi diritto allo studio e sicurezza.
Martedì è previsto il primo incontro con il governatore Musumeci con i prefetti e i sindaci sulle scuole a palermo. Poi, sulla scorta di quelle indicazioni con ogni probabilità scatterà una serrata concertazione fra palazzo Zanca e Prefettura.
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