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Villa Mazzini, un degrado intollerabile

Villa Mazzini, un degrado intollerabile

In origine fu chiamata “La Flora“, poi prese il nome del patriota e politico genovese. Oggi, purtroppo, Villa Mazzini è un’area cittadina indefinita, anonima e sporca. Troppo spesso è diventata sinonimo di degrado e incuria.

Lo storico spazio verde comunale racchiude in sé decenni di cattiva amministrazione, menefreghismo e superficialità. Laddove i giardini pubblici sono una delle caratteristiche principali dei centri italiani, dalle grandi città ai piccoli paesi. Il fulcro della vita cittadina, un luogo d’incontro e di aggregazione, uno spazio verde naturale. Il progetto di Villa Mazzini aveva alla base tutti questi aspetti, quando fu inaugurata nel 1832. Allora accoglieva al suo interno una vegetazione che spaziava dall’area mediterranea fin ai paesi esotici. Ben presto divenne un luogo centrale e simbolico del centro. All’elemento naturale, furono aggiunte la fontana e diversi busti di marmo tra cui quello di Mazzini, di Maurolico e di altre personalità. Allo stato attuale, dopo oltre 150 anni di vita, Villa Mazzini ha perso il suo valore originario. La flora esotica e mediterranea sono un lontano ricordo e hanno fatto spazio alle rigogliose erbacce, alberi e piante che crescono in maniera incontrollata e una moltitudine di rami spezzati e tagliati, abbandonati in aiuole o vialetti.

Se lo spazio verde lascia a desiderare, non è da meno la fauna: la vasca si presenta come una piccola palude maleodorante tra melma e acqua verde. Il proliferare degli insetti, specie d’estate, ha compensato l’estinzione dei pesci, mentre le tartarughe hanno preso possesso dell’area. Adesso sono loro le destinatarie di patatine, popcorn e biscotti lanciati dai bambini all’interno della vasca. Nonostante la morìa generale, i pesci sono i protagonisti dell’acquario che fa parte della Villa dal 1957. Anch’esso, pensato per accogliere specie del Mediterraneo ed esotiche, è diventato più un peso che una risorsa. Riaperto qualche mese fa potrebbe rappresentare una delle attrattive turistiche del centro, in realtà è visitabile solo il mercoledì e giovedì mattina. Allo stato attuale appare come un grande palazzo chiuso e abbandonato, imbrattato sulle pareti esterne e con la scritta “Acquario” ormai sbiadita. Completamente nell’ombra ed in una posizione abbastanza infelice, sorge anche la voliera che accoglie diverse specie di volatili esotici. Che, tuttavia, risultano quasi invisibili dall’esterno, anche a causa della poca luce. Se flora e fauna lasciano a desiderare, la situazione non migliora per tutti gli altri aspetti. I vialetti sono segnati da una pavimentazione sconnessa e ricca di buche, le aiuole fungono da piccole discariche di rami tagliati e mattonelle, i bagni risultano inagibili mentre ovunque si possono trovare cestini rotti o stracolmi. E che dire della perdurante ormai storica chiusura dei bagni pubblici? Di fronte a tale abbandono, appare grottesca la frase affissa sopra la vasca delle tartarughe: “Il verde pubblico non ha solo funzione ricreativa ma anche valore ambientale e di educazione naturalistica”. Tra sporcizia e degrado, il malcontento è palpabile nei cittadini che trascorrono il loro tempo nella Villa. Eppure lo spazio, ricco di giostre ed altalene, è vitale per i bambini. I genitori e i nonni presenti sottolineano, però, i rischi igenico-sanitari oltre ai pericoli derivanti da tombini aperti o busti pericolanti.

Infatti le sculture in marmo, tra cui quella di Mazzini, presentano segni di cedimenti e vengono utilizzate come “tele” per disegnare e scrivere. Insomma il tempo passa ma Villa Mazzini ha perso il suo fascino storico, il suo valore sociale, la sua importanza turistica. In attesa di un intervento del Comune, l’area rimane abbandonata al suo destino come il suo cartello all’entrata: sporco, sbiadito ed usurato dal tempo.

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