Il malessere è evidente. E la “discussione” tra le parti andata in onda domenica alla Cittadella rischia di avere ripercussioni nell’avvio di stagione dei giallorossi. Da una parte l’insoddisfazione del tifo organizzato, stanco di attendere in eterno una svolta tecnica e dirigenziale che continua a non arrivare; dall’altra una proprietà che rischia nuovamente d’infilarsi in un vicolo cieco se non accelera il percorso di crescita sbandierato qualche settimana fa. In mezzo una squadra incompleta a pochi giorni dal via della stagione e con un allenatore – non ancora ufficialmente presentato – ad attendere ancora quelle pedine, “under” e “over”, necessarie per trasformare l’attuale squadra in una corazzata capace di “uccidere” il prossimo campionato di quarta serie. Uno spot per masochisti che rischia di cancellare con un colpo di spugna le buone premesse manifestate dalla proprietà. Pietro Sciotto guarda avanti ed è sicuro di trasformare presto l’insoddisfazione della piazza in energia positiva.
Presidente, i tifosi temono di perdere un’altra stagione. Ecco il motivo del loro malcontento.
«Non ho gradito certi toni utilizzati dai rappresentanti dei club organizzati durante il confronto acceso di domenica. Ma devono sapere che sono il primo a non essere contento di questo precampionato. Ho incaricato chi di dovere di costruire una corazzata. A loro ho detto di portare il meglio a Messina senza badare a spese. Cosa devo fare di più?».
Partiamo da una struttura societaria non ancora ufficializzata. Perché?
«È solo una questione di tempistica. Credo che in questa settimana presenteremo contemporaneamente allenatore e dirigenza per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. In città si vuole creare un problema che non c’è. Ho individuato i profili giusti per il rilancio del Messina Manfredi è il nostro direttore generale e da un mese sta lavorando su tanti aspetti. Parisi e Grasso continuano a monitorare il mercato col supporto di qualche consulente esterno che può darci una grossa mano. Non vedo altri problemi».
Non è normale, tuttavia, lavorare senza la rassicurazione di un contratto.
«Non c’è alcun problema. Gli errori della passata stagione mi hanno insegnato qualcosa. Si ripartirà da una struttura completa, inizialmente pensata per la Serie C. Purtroppo, il nostro precedente allenatore (la frecciatina a Modica, ndr) non è riuscito a centrare i playoff, traguardo che ci avrebbe permesso al 101% di festeggiare il ripescaggio. Un obiettivo che era alla nostra portata. È un rimpianto misto a rabbia che quotidianamente mi fa sgradita compagnia».
La squadra, però, è largamente incompleta, seppur già una buona base sia a disposizione di Raffaele.
«Che sia chiaro un concetto: il presidente è disposto a ingaggiare chiunque purché ci sia il placet di area tecnica e allenatore. Non ho mai messo becco nelle trattative, né detto un “no” per motivi economici. Sto, invece, ancora aspettando quei giocatori che trasformino questa squadra in corazzata. Quello arrabbiato, piuttosto, dovrei essere io, perché non ho posto limiti di budget pur di mettere su una squadra che possa dominare il prossimo campionato. Anche per questo motivo mi fanno male le parole dei tifosi ai quali, tuttavia, ho garantito che entro questa settimana ogni tassello sarà al suo posto. Statene certi, saremo assoluti protagonisti».
Martinez, Mbaye, Padulano e Guerriera: firme vicine?
«Dipende da Parisi e Raffaele: se mi danno l’ok, i contratti sono pronti. Sono giocatori forti e noi abbiamo bisogno di altra buona qualità per alzare il livello della squadra. Li ho visti tutti bene. Domenica scorsa avrei anche voluto godermi il secondo tempo con la Tirrenia ma i tifosi non me l’hanno permesso».
Ma lei non ha nulla da rimproverarsi?
«Sono troppo buono. Ogni tanto dovrei anche io alzare la voce. A questo punto, pretendo che questo Messina venga completato in breve tempo. Stavolta non ho alcuna responsabilità avendo dato carta bianca sul mercato. Eppure, sono costretto a subire critiche. E ad assistere a prestazioni al di sotto delle nostre potenzialità. La sconfitta col Camaro non l’ho ancora digerita, non possiamo perdere con una squadra di categoria inferiore. Spero che la prossima amichevole sia più rassicurante, in attesa che altri giocatori si uniscano al gruppo».
Nessun accenno sul sogno C che, voci di corridoio romane, danno ancora vivo. Il Messina, per cautelarsi, ha chiesto il rinvio (a settembre?) della sfida di Coppa Italia con l’Igea Virtus. Dalla Capitale rimbalza la notizia secondo cui i ricorsi delle mancate ammesse in Serie B potrebbero cambiare anche gli scenari al piano di sotto. Tant’è che gironi e calendari sono ancora da diramare. Si parla di ammissione di Bari e Messina in C; è forte la spinta politica dei pugliesi e l’Acr avrebbe anche più diritto del club di De Laurentiis in quanto la D l’ha già disputata l’anno scorso. Si vedrà.