Scarcerato. Ordinanza di custodia cautelare completamente annullata. Secondo i giudici del Tribunale del Riesame forse non c’entrava nulla con i tremendi roghi che devastarono le colline della città nel 2017, il pensionato 70enne C.L.F., arrestato dai carabinieri nel luglio scorso, un anno dopo i fatti.
Il Riesame ha annullato l’ordinanza con la quale era stata disposta la misura cautelare nei confronti dell’uomo, finito agli arresti domiciliari, con la contestazione, per la prima volta in Sicilia, del reato di disastro ambientale aggravato. Il profilo considerato dai magistrati è forse quello legato alla sussistenza delle esigenze cautelari e all’inquinamento probatorio.
I giudici hanno quindi accolto il reclamo proposto dai suoi difensori, gli avvocati Tino Allegra e Gianfilippo Brunetto, che oltre al primo ricorso avevano poi prodotto alcuni “motivi aggiunti”. I suoi legali hanno comunque più volte ribadito negli atti difensivi depositati che l’uomo «é totalmente estraneo ai fatti contestati, come sarà dimostrato».
Eppure per i carabinieri del Comando provinciale è lui il responsabile di quello che è stato riconosciuto a tutti gli effetti comune un disastro ambientale. L’ordinanza che lo riguarda era stata siglata a luglio dal gip Maria Vermiglio, su richiesta della Procura, e aveva portato all’operazione “Efesto”.
Nel corso delle indagini, non ci avevano messo molto, i carabinieri, ad accertare sia la natura dolosa dell’incendio che per oltre dieci ore aveva tenuto nel luglio 2017 i messinesi col fiato sospeso. Dopo i primi interrogatori dei proprietari dei terreni lambiti dal fuoco, il cerchio era andato stringendosi attorno a C.L.F. Che il giorno prima, l’8 luglio, aveva effettuato dei lavori di scerbatura sui roveti che infestavano i confini esterni della sua proprietà. Altro indizio era giunto dalla visione dei filmati registrati da un sistema di videosorveglianza, quello installato sulla via Comunale San Michele Portella. Tra le 9.26 e le 9.49 di quell’infernale 9 luglio 2017, cioé nell’orario compatibile con l’innescarsi dell’incendio, un solo veicolo era transitato in quella strada che conduceva al punto di innesco: una Fiat Panda bianca guidata proprio dall’uomo.