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Scuole, De Luca insiste "Sicurezza o chiuse"

Scuole, De Luca insiste "Sicurezza o chiuse"

Per vedere l’ordinanza è bastato attendere mezza giornata dopo l’annuncio choc della chiusura di tutte le scuole superiori della provincia e di tutte quelle del Comune. Il sindaco De Luca punta al censimento di tutte le informazioni sugli istituti scolastici e sulla loro sicurezza, ma anche ad una clamorosa misura per ovviare ai problemi che sorgeranno.

Cammina sul filo del crinale il sindaco, diviso fra il diritto allo studio e quello alla salute e alla sicurezza. La decisione, intanto, di chiudere tutte le 130 scuole circa del territorio (i plessi sono circa 200) costringe tutti a occuparsi della questione, ma rischia di essere un’arma a doppio taglio nel momento in cui la certificazione minima non dovesse arrivare e la riapertura divenire, a quel punto, una matassa difficile da sbrogliare.

«Dopo le prime riunioni – ha detto ieri il sindaco metropolitano Cateno De Luca – ho avuto la percezione che almeno il 60% delle scuole del Comune di Messina non sia a norma. Per le scuole superiori il dato dovrebbe essere del 30%. In diversi casi, mancano i certificati di vulnerabilità sismica o quelli dell’antincendio. L’incontro con il comandante del vigili del fuoco Foderà è stato molto importante per avere la percezione della condizione generale».

Le premesse sono tutt’altro che ottimistiche sui risultati di questa rilevazione che ha ordinato il sindaco. Addirittura, secondo il suo vice Salvatore Mondello nessuna scuola ha davvero tutte le carte in regola. L’ingegnere, con la delega alle Infrastrutture, intende tutta la documentazione e certificazione compresa nel fascicolo del fabbricato e che dovrebbe detenere il proprietario dell’edificio, il Comune o la Città metropolitana. Alcune di quelle carte sono importanti ma non essenziali per la definizione di piena sicurezza dell’edificio.

Ma se alla fine del check-up delle scuole davvero ci fossero tanti edifici senza condizioni minime, fra un mese, per ospitare gli studenti? E qui De Luca alza il tiro delle richieste e anche della “provocazione” politica. «Rischiamo che la metà non possano riaprire. A quel punto mi rivolgerei a chi sta sopra di me per ottenere i soldi che servono per la sicurezza. Proporrò una legge speciale allo Stato e alla Regione. Se non c’è sicurezza le scuole rimarranno chiuse». L’ultima valutazione di Palazzo Zanca era di una spesa da 31 milioni di euro per aggiornare le scuole alla certificazione antincendio. E se il focus si spostasse su altri edifici pubblici che cifre verrebbero fuori? Quel che è certo che sarà una settimana intensa in tutte le scuole e nei dipartimenti di Comuni ed ex Provincia, dove sono state sospese le eventuali ferie. I presidi, entro venerdì, dovranno garantire i dati sul rapporto popolazione scolastica e spazi a disposizione per eventuali riorganizzazioni. Agli uffici, invece, il compito di creare un dossier per ogni scuola. Ai tecnici qullo di trovare soluzioni.

Timori e prudenza

Pietro La Tona, preside del “Minutoli” e consigliere comunale, afferma: «Auspico che questa iniziativa forte consenta di formare un fascicolo specifico in modo da sapere quali certificazioni esistono e quali no. Dopo, vista la mancanza di risorse, mi chiedo come e in che tempi il sindaco pensi di far ottenere le certificazioni in tempo utile per la riapertura delle scuole. Il segretario Cgil Giovanni Mastroeni: «Ricognizione, ma senza allarmismi perché si rischia di paralizzare la scuola».

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