“Lo scoglio del Mannaro”, una novità assoluta di e con Simone Corso, è il quarto spettacolo de “Il Cortile – Festival Teatrale” e andrà in scena lunedì 6 agosto nello spazio interno del settecentesco Palazzo Calapaj – D’Alcontres in strada San Giacomo, accanto al Duomo (inizio ore 20,45). La collaborazione artistica è di Adriana Mangano.
Il protagonista è un giovane scrittore inglese, il quale, certo del suo mondo fatto di imperativi, si scontra con una realtà improbabile, una storia mitica, proveniente dal passato, che ha plasmato in maniera indelebile l’identità di un intero paesino della Sicilia nord-orientale. Di fronte a un tale smarrimento, di fronte all’incertezza dettata dal mito, tenuto in vita dai cunti che si sono tramandati di generazione in generazione, Edward reagirà provando a illuminare le menti di quegli uomini e di quelle donne, accompagnandole sulla via del vero (e del verificabile). Ma quanto, questa storia, non appartiene anche a lui? Quanto, dentro quell’alterità, c’è già di simile? Il reale è sempre sinonimo di vero e la verità ha sempre un vestito solo?
«”Lo scoglio del Mannaro” – spiega Corso - è un racconto che affonda le sue radici dentro il terreno del mito. È una fiamma accesa in un tempo passato, ormai troppo lontano perché il giovane protagonista ricordi la ragione del suo ardere, e così proverà a toccarla con mano, per accertarsi della sua esistenza, della ragione del suo esistere. Passato, presente e futuro si mischiano in un incontro di culture, mito e reale si legano in un abbraccio in cui è impossibile distinguere uno o l’altro, come se l’uno completasse l’altro e viceversa, per non lasciare che il vero perda la meraviglia della sua diversità».
Simone Corso nasce a Patti (ME) nel 1990. Si forma presso il Teatro di Messina nel biennio 2010/2011, come allievo del laboratorio di formazione teatrale Officina Performativa. Si laurea al Dams nel 2013, con la tesi: “Il Laboratorio di Prato. Vita, morte e miracoli”. Perfeziona la sua formazione con workshop diretti da Longhi, Schechner, Collovà, Cesale, Bongiovanni e Balsamo.
Nel gennaio 2015 è in scena con “Contrada Acquaviola n. 1” di cui è anche autore. Lo spettacolo, per la regia di Roberto Zorn Bonaventura, è stato finalista al festival di teatro civile CassinoOff, al Festival di Resistenza, Premio Alcide Cervi, a Gattatico (RE) ed è andato in scena per la IV edizione del Torino Fringe Festival.
In teatro è stato diretto da Michele Di Mauro, in “Antigone”; Ninni Bruschetta, in “Amleto”; e Giorgio Bongiovanni ne “Il Bugiardo”, produzioni del Teatro di Messina. Nel gennaio 2016 è in scena con lo spettacolo “Vina Fausa. In morte di Attilio Manca”, di cui è anche autore, per la regia di Michelangelo Maria Zanghì, presentato tra l’altro nella scorsa edizione de “Il Cortile – Festival Teatrale”
È autore, insieme con Angelo Campolo, di “Vento da Sud-Est”, una rilettura di “Teorema” di Pier Paolo Pasolini, prodotto dalla Compagnia DAF; lo spettacolo è andato in scena al Teatro India di Roma nel giugno del 2017 per “Roma per Pasolini”.
Nel 2016 idea e dirige lo spettacolo “Dante muore”, vincitore della I edizione del bando internazionale ”Giovani Artisti per Dante”, prodotto da Ravenna Festival. Nel 2017 scrive “L’Affamatoio o La Parabola del Pane Quotidiano” che è finalista alla V edizione de “I Teatri del Sacro”. Nello stesso anno è assistente alla regia di Angelo Campolo per “Il Ciclope”, prodotto dal Teatro dei Due Mari e dalla compagnia DAF, in scena nei Teatri Antichi di Tindari, Segesta e all’antico porto di Classe per il Ravenna Festival.
Il suo progetto, “X”, su testo di Alistair McDowall, è stato finalista al bando Forever Young de La Corte Ospitale dove è andato in scena nel luglio del 2018.
Il Festival, di cui è direttore artistico Roberto Zorn Bonaventura con la collaborazione di Giuseppe Giamboi, si concluderà lunedì 13 agosto con “Il muro – cronachetta drammatronica di una civile apartheid”, di e con Turi Zinna, regia di Federico Magnano San Lio.
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