Aveva pagato in anticipo una partita di droga proveniente dalla Calabria. Ma incassati i soldi i fornitori sono scomparsi e così Giovanni Lo Duca, noto come il boss di Provinciale, ha incaricato due uomini di fiducia di recuperare il denaro senza andare troppo per il sottile, quindi con pesanti minacce ed intimidazioni. Una vicenda costata nuovamente il carcere a Giovanni Lo Duca, ultimamente sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno dopo aver scontato una serie di condanne.
Il provvedimento, eseguito dalla Squadra mobile è stato firmato dalla della Direzione distrettuale antimafia di Messina. Con lui, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso sono finiti a Gazzi anche Giuseppe Marra, 27 anni, con qualche precedente per reati contro il patrimonio, e Domenico Isaya, 20 anni finora incensurato.
Tutto si è svolto tra il 24 giugno e il 27 luglio scorsi. Giovanni Lo Duca avrebbe pagato migliaia di euro, per acquistare una partita di marijuana a due persone poi resesi irreperibili. A questo punto il boss di Provinciale avrebbe incaricato Marra e Isaya di avvicinare alcuni familiari dei due soggetti, per chiedere, attraverso pesanti pressioni, la restituzione del denaro contante. Le indagini hanno consentito di scoprire che i corrieri della droga sono un messinese e un egiziano, che furono arrestati al loro sbarco a Messina dai traghetti privati, il 29 giugno scorso, perché trovati in possesso di oltre quattro chili di marijuana.
E così a distanza di un anno dall’ultima scarcerazione Lo Duca è tornato in carcere. Con Marra e Isaya sarà interrogati dal gip Finocchiaro nell'udienza di convalida del fermo.
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