Il provvedimento di chiusura delle indagini nell'inchiesta sui presunti favori resi all'ex assessore comunale di Barcellona, Angelo Coppolino presenta delle novità. Diventano dieci infatti gli indagati del fascicolo sulle coperture che sarebbero state fatte da uomini delle istituzioni per nascondere e addirittura far sparire abusi edilizi commessi da Coppolino in nella ristrutturazione di due fabbricati di proprietà della sua famiglia. Per questa inchiesta, condotta dal procuratore capo Emanuele Crescenti e dal sostituto Matteo De Micheli, il 16 febbraio scorso scattarono otto arresti. Il provvedimento raggiunse funzionari ed impiegati comunali che avrebbero tentato di coprire i presunti illeciti compiuti da Coppolino che rischiava di perdere il suo posto in giunta dopo il sequestro dei due edifici che ospitavano il BeB "Mandanici" ed il ristorante "Al Borgo".
L'avviso di chiusura delle indagini ha raggiunto il sindaco di Barcellona Roberto Materia solo per l' ipotesi di abuso d'ufficio, l'ex assessore Angelo Coppolino ed il fratello Felice, l'ex vicecomandante della Polizia Municipale Salvatore Di Pietro, il funzionario comunale Carmelo Ricci, i tecnici comunali Francesco Livoti e Giuseppe Bonomo, l'ex segretario comunale Santi Alligo, l'architetto Bruno Isgrò ed il nuovo entrato nell'inchiesta l'avvocato Domenico Floramo, già difensore dell'architetto Ricci indagato per il reato di favoreggiamento perchè avrebbe consentito al suo assistito di eludere le indagini per ottenere la scarcerazione.
Quanto al primo cittadino di Barcellona, Roberto Materia è indagato nell'inchiesta per la revoca ritenuta illegittima dell'incarico di comandante di Polizia Municipale, al colonnello Lino La Rosa. La determina sindacale, che porta la data del 30 dicembre 2016, è stata dichiarata appunto illegittima dal giudice del lavoro. Mente dell'intera vicenda, secondo la Procura di Barcellona, sarebbe stato l'ex segretario generale del Comune Santi Alligo che avrebbe tentato perfino di utilizzare atti falsi per depistare le indagini, facendo credere all'autorità giudiziaria l'inesistenza dei reati penali negli abusi commessi nei due edifici del BeB e del ristorante. .